Il campo di volo militare di Termini Imerese nel 1943. Intervista al ricercatore storico Michelangelo Marino

Nel corso del secondo conflitto mondiale fu attivo a Termini Imerese (PA) un campo di volo per il transito dei velivoli militari.  Per approfondire le notizie di questo misconosciuto “campo di volo” abbiamo chiesto al ricercatore storico Michelangelo Marino, ulteriori informazioni in merito.

Dott. Marino, grazie innanzitutto per averci concesso l’intervista, può fornirci altre notizie riguardo l’ex campo di volo militare della Seconda Guerra Mondiale, situato nella periferia di Termini Imerese?

«Anche Termini Imerese durante la Seconda Guerra Mondiale ebbe il suo, anzi,  i suoi, campi di volo approntanti per le esigenze di guerra che la Campagna della Sicilia più comunemente conosciuta con nome in codice di “Operazione Husky”, richiese.
Carte documentali di provenienza demaniale già precedenti al 1943  – foto “1” – indicano una striscia d’atterraggio in Contrada “Le Canne Masche” di circa 900 metri di lunghezza, a ridosso della costa ed in una zona particolarmente protetta dalle montagne circostanti ed  approntata dagli italiani per la Regia Aeronautica con finalità di “campo di fortuna”.Con la fine della Battaglia della Sicilia durate 39 giorni e il traghettamento delle rimanenti unità delle Divisioni tedesche ed italiane in Calabria, gli alleati occuparono a loro volta il campo di volo italo-tedesco, rinominandolo come Termini West, riadattandolo per le esigenze dei propri velivoli da caccia Spitfire e velivoli da trasporto per l’evacuazione medica essendo ivi presente il 56° Battaglione Medico Americano – foto “2”- e con l’ aggiunta delle piazzole di sosta per ben 81 velivoli.

Non mancarono naturalmente le problematiche del fondo del campo  – zona costiera – troppo sabbioso che non pochi fastidi creava con le piogge estive che rendevano il fondo della pista un pantano dove le ruote degli aerei, appesantiti dal pieno di carburante per i lunghi voli di appoggio tattico, regolarmente affondavano – foto “3” – e che fecero optare per la costruzione di una nuova pista parallela a quella originaria italiana – che gli stessi alleati riclassificheranno come Termini East – con una dimensione più contenuta rispetto alla prima e con  la possibilità di accogliere circa 40 velivoli nella speranza di avere un fondo più compatto ed adatto alle proprie esigenze militari.

Con la fine della guerra, il campo di volo di Termini Imerese, così come tanti e tanti altri campi di volo sparsi lungo tutta la Sicilia, ritornerà lentamente a far parte del paesaggio circostante, silenziosamente e in modo indisturbato, testimone di quei lontani giorni che sconvolsero la nostra recente storia italiana».

Giuseppe Longo
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