Il campo di volo militare di Termini Imerese nel 1943. Intervista al ricercatore storico Michelangelo Marino

Nel corso del secondo conflitto mondiale fu attivo a Termini Imerese (PA) un campo di volo per il transito dei velivoli militari. Questo “piccolo aeroporto” (probabilmente già esistente prima del 1943 e utilizzato come campo di fortuna dalla Regia Aeronautica), fu impiegato in un primo momento dalla Luftwaffe, e dopo l’occupazione della Sicilia da parte degli Alleati (17 agosto 1943), il campo di volo, rinominato “Termini West” fu adoperato dagli anglo-americani che lo adattarono per accogliere i loro aerei. In seguito, per porre rimedio ai vari problemi che sopraggiunsero, connessi alla stabilità della pista di rullaggio, gli Alleati decisero di realizzare un altro tratto di terra spianata. Quest’ultima pista, ridimensionata, fu disposta parallelamente a quell’originaria di costruzione tutta italiana. In realtà, da quel nuovo campo di volo denominato “Termini East” decollarono gli aerei che servirono da copertura nelle operazioni di sbarco anglo-americane a Salerno. Per approfondire le notizie di questo misconosciuto “campo di volo” abbiamo chiesto al ricercatore storico Michelangelo Marino, ulteriori informazioni in merito.

Dott. Marino, grazie innanzitutto per averci concesso l’intervista, può fornirci altre notizie riguardo l’ex campo di volo militare della Seconda Guerra Mondiale, situato nella periferia di Termini Imerese? 

«Anche Termini Imerese durante la Seconda Guerra Mondiale ebbe il suo, anzi,  i suoi, campi di volo approntanti per le esigenze di guerra che la Campagna della Sicilia più comunemente conosciuta con nome in codice di “Operazione Husky”, richiese. Carte documentali di provenienza demaniale già precedenti al 1943  – foto “1” – indicano una striscia d’atterraggio in Contrada “Le Canne Masche” di circa 900 metri di lunghezza, a ridosso della costa ed in una zona particolarmente protetta dalle montagne circostanti ed  approntata dagli italiani per la Regia Aeronautica con finalità di “campo di fortuna” per l’ atterraggio di velivoli in un settore, quello della costa Settentrionale sicula, zona scoperta se si considera che gli unici due aeroporti presenti in questa parte di Sicilia Settentrionale erano l’aeroporto militare di Palermo- Boccadifalco e l’idroscalo di Milazzo. Il campo di Termini Imerese quindi, nacque presumibilmente come campo di fortuna per i velivoli in transito dalla penisola verso la Sicilia e per quelli dalla Sicilia verso la penisola, con lo scopo di dare un punto d’appoggio agli aerei in eventuale difficoltà. E’ bene ricordare che un campo di fortuna degli anni 40, altri non era che una striscia di terreno mantenuta libera da sassi e appianata negli eventuali avvallamenti dal proprietario del fondo che ne deteneva la cura, senza null’ altro intorno. Erano assenti infatti luci di segnalazione notturna, assistenza radio, assistenza logistica, torri d’atterraggio, personale di volo o eventuali mezzi di soccorso per atterraggi di… reale fortuna visto che a quei tempi davvero di fortuna vi era bisogno in caso di avaria al velivolo nei lunghi voli sul mare Mediterraneo e sul mare nostrum e  con  l’unica assistenza a terra che un pilota avrebbe potuto trovare in caso di atterraggio a Termini Imprese che sarebbe stata quella dei locali Regi Carabinieri o dei soldati del Regio Esercito a controllo delle postazioni costiere ivi presenti. Le esigenze belliche della calda estate del Luglio-Agosto 1943, fecero ricadere l’interesse sul campo di fortuna di Termini Imerese da parte della Luftwaffe, che arretrando l’asse delle operazioni militari  verso Nord-Est, trovò nel campo di Termini un ottimo punto per il rifornimento prima e l’ evacuazione poi delle truppe presenti nel settore Settentrionale. Con la fine della Battaglia della Sicilia durate 39 giorni e il traghettamento delle rimanenti unità delle Divisioni tedesche ed italiane in Calabria, gli alleati occuparono a loro volta il campo di volo italo-tedesco, rinominandolo come Termini West, riadattandolo per le esigenze dei propri velivoli da caccia Spitfire e velivoli da trasporto per l’evacuazione medica essendo ivi presente il 56° Battaglione Medico Americano – foto “2”- e con l’ aggiunta delle piazzole di sosta per ben 81 velivoli.

Non mancarono naturalmente le problematiche del fondo del campo  – zona costiera – troppo sabbioso che non pochi fastidi creava con le piogge estive che rendevano il fondo della pista un pantano dove le ruote degli aerei, appesantiti dal pieno di carburante per i lunghi voli di appoggio tattico, regolarmente affondavano – foto “3” – e che fecero optare per la costruzione di una nuova pista parallela a quella originaria italiana – che gli stessi alleati riclassificheranno come Termini East – con una dimensione più contenuta rispetto alla prima e con  la possibilità di accogliere circa 40 velivoli nella speranza di avere un fondo più compatto ed adatto alle proprie esigenze militari.

L’utilizzo da parte dei nuovi proprietari del campo di volo di Termini Imerese, sarà quello di garantire la copertura aerea nelle operazioni alleate di sbarco – Salerno – ed avanzata lungo la penisola italiana fino al termine naturale delle esigenze operative in questo settore. Con la fine della guerra, il campo di volo di Termini Imerese, così come tanti e tanti altri campi di volo sparsi lungo tutta la Sicilia, ritornerà lentamente a far parte del paesaggio circostante, silenziosamente e in modo indisturbato, testimone di quei lontani giorni che sconvolsero la nostra recente storia italiana».

Giuseppe Longo
giuseppelongoredazione@gmail.com
@longoredazione

 

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