A Polizzi è il giorno del Coniglio: un piatto con un segreto dentro

A Polizzi Generosa è il giorno del Coniglio. Il programma delle manifestazioni natalizie di quest’anno, infatti, valorizza due ricette della gastronomia polizzana: il dolce e la pietanza. Oggi è la volta della pietanza che tutti i polizzani chiamano «u cunigghiu». Un piatto a base di carne di coniglio? Per nulla. Nella pietanza della vigilia di Natale tutta polizzana, infatti, non c’è alcuna traccia di carne.

«U ciniugghiu» è un piatto a base di verdure che custodisce un vero e proprio segreto. Vi si mettono dentro carciofi, sedano, cardi, patate, zucchine, pomodori, olive verdi e nere, cipolle, capperi e finocchietto selvatico. Mettere insieme queste verdure in cucina è cosa assai facile. Alla fine, però, non si ottiene mai il «coniglio polizzanno» se non è fatto da mani polizzane che conoscono anche il piccolo segreto da mettervi dentro per elaborare questo piatto della tradizione. Un segreto che a Polizzi in molti non conoscono e che risiede in un ingrediente che si trova solo nel territorio polizzano. Un segreto che sconoscono tante famiglie e che, senza saperlo, fa diventare buono il piatto se si confeziona e Polizzi e non lo fa essere altrettanto buono se le stesse mani lo confezionano lontano dal paese. E così anche se il piatto è finito nel menù di qualche ristorante alla fine non è mai quello che la sera di Natale si mangia presso le famiglie della tradizione polizzana. Qualcuno, ignaro di tutto questo, si è fatto avanti sostenendo che il segreto sta nella sorpresa che porta dentro il piatto ovvero l’utilizzo del baccalà. Un vero e proprio falso di cucina. Qual è il segreto del consiglio polizzano?

Stasera, 23 dicembre, alle ore 21,30, presso il Cinema Cristallo, a cura dell’associazione Dafni sarà data la commedia in due atti, scritta da Moffo Schimmenti, dal titolo «u coniugghiu». La regia è di Sergio lo Verde, le scene di Santo Li Pani. Fra gli interpreti: Adelia Termini, Maria Concetta Zafarana, Delia Dolce, Domenico Silvestri, Giuseppe Rannazzisi, Mario Cascio, Salvatore Bonafede, Saverio Pagano, Sonia Intrivici, Maria Vincenza lo Bianco. Un gruppo di persone che nel tempo si sono dedicati al teatro filodrammatico sposano la proposta del contadino, poeta scrittore e da oggi anche drammaturgo “Moffo” Schimmenti, che attraverso ricordi di avvenimenti vissuti o venutone a conoscenza, attraverso narrazioni all’Antu scrive una commedia in due atti su di una pietanza tradizionale a base di verdure che per scommessa da parte del Mezzadro verso la nobile proprietaria (la Baronessa Scucchiulafavi) con l’aggiunta di un ingrediente segreto, viene ridefinita “U cunigghiu”. Ma in questa pietanza il coniglio non c’è. In questo gioco del “qui pro quo”, dal sapore prettamente Polizzano, nella sua capacità di giocare con l’ironia, nasce e viene messa in scena la commedia.

Alla fine della commedia vi sarà la degustazione “du cuniugghiu”. (La foto del piatto della tradizione polizzana e di Lorenzo Sausa)

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