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L’Ernia Inguinale

Dr. Marco Iacopinelli
Specialista in Chirurgia Oncologica, Generale e d’Urgenza
Fondazione HSR-G.Giglio di Cefalù
e-mail: marksurg@libero.it


L’ernia è la fuoriuscita di un viscere attraverso una zona più debole della parete addominale. Quella inguinale è la forma più comune di ernia tra la popolazione; essa è più frequente nei maschi e si manifesta come un gonfiore della regione inguinale (Fig.1). In questa sede si ha il passaggio di strutture (esempio il funicolo spermatico nel maschio, il legamento rotondo nella femmina) che attraversando la parete addominale la rendono più debole e più suscettibile allo sviluppo di ernie.

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Fig. 1 – Ernia inguinale a contenuto intestinale

Quali sono le cause dell’ernia inguinale?

Premesso che l’ernia inguinale a volte può essere congenita (presente sin dalla nascita), sicuramente una predisposizione genetica è sempre presente e questo spiega il perché solo alcune persone ne sono affette. Il formarsi dell’ernia spesso dipende da un naturale indebolimento dei tessuti della parete addominale che, associato ad un incremento improvviso e violento della pressione all’interno dell’addome, determina la spinta verso le aree più deboli della parete con possibile cedimento. Cause di un brusco incremento di pressione addominale possono essere, ad esempio, un colpo di tosse, uno starnuto, uno sforzo importante come il sollevamento di un peso, l’abitudine al sollevamento di carichi elevati per lavoro o per pratiche sportive.

Quali sono i sintomi principali?

  • Tumefazione: comparsa del gonfiore tipico della regione inguinale, più o meno morbido a seconda che il contenuto sia rappresentato da solo grasso o da intestino (Fig.2);
  • Dolore o Fastidio: è un sintomo piuttosto variabile; può essere presente dall’inizio o non essere mai presente; alcuni pazienti non avvertono alcun fastidio, altri riferiscono un senso di peso, altri ancora un senso di bruciore inguinale, infine alcuni pazienti un vero e proprio dolore irradiato allo scroto o alla coscia; il sintomo dolore si può accentuare durante gli sforzi o l’esercizio fisico.
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Fig. 2 – Tumefazione Inguinale (Gonfiore)

L’ernia inguinale si può complicare?

Assolutamente si. L’ernia inguinale si può intasare o strozzare.

Normalmente il paziente è da solo in grado di far rientrare l’ernia (definita “riducibile”) anche se subito dopo la stessa uscirà nuovamente; questa è la condizione comune.

Tuttavia, a volte l’ernia si “intasa o incarcera” cioè resta bloccata nel foro di uscita; questo comporta che l’ernia non è più morbida come di solito ma diventa molto dura e dolente, la cute può essere arrossata, l’addome può gonfiare e il paziente può smettere di emettere gas e feci. L’intasamento è una condizione nella maggior parte dei casi reversibile poiché o il paziente distendendosi riesce da solo massaggiandosi a far rientrare l’ernia, oppure giunge al più vicino Pronto Soccorso dove il chirurgo procederà a farlo.

In tutti i casi in cui non si riesce a far rientrare l’ernia sarà necessario procedere ad un intervento chirurgico in urgenza prima che l’intestino o comunque il contenuto dell’ernia vada in ischemia per mancato afflusso di sangue (ernia strozzata, Fig.3). Se l’intestino dovesse andare in ischemia sarà necessario eseguire una resezione dell’intestino morto.

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Fig.3 – Ernia inguinale strozzata (intestino scuro)

Un paziente con ernia inguinale dovrebbe sempre operarsi?

Assolutamente si. L’intervento di correzione dell’ernia inguinale è un intervento di routine e a basso rischio di complicanze che dura dai 30 ai 60 minuti. Viene eseguito in anestesia locale (se l’ernia è piccola) o spinale (nelle ernie più voluminose). Il regime di ricovero è il Day-Hospital (cioè il paziente la sera va a casa) o il One-Day-Hospital (nel caso dell’anestesia spinale il paziente la sera pernotta in ospedale e viene dimesso il mattino successivo).

In che cosa consiste l’intervento?

L’intervento consiste nel riporre l’ernia all’interno dell’addome, successivamente si posiziona sulla parete addominale una protesi (retina)(Fig.4 e Fig.5) che impedisce all’ernia di fuoriuscire.

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Fig.4 – Esempio di Protesi per Ernia Inguinale
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Fig.5 – Posizionamento della protesi nell’area debole

Quali sono i tempi di ripresa del paziente operato?

Normalmente, entro 7 giorni il paziente sarà già in grado di muoversi con disinvoltura, salire e scendere le scale e guidare l’automobile. Il paziente dovrà però astenersi dall’effettuare sforzi fisici per circa 40 giorni, tempo necessario al consolidamento della retina nei tessuti. Il mancato rispetto di quest’ultima regola potrebbe pregiudicare la buona riuscita dell’intervento ed esporre il paziente a rischio di recidiva.

Cosa consiglia ai pazienti affetti da ernia inguinale?

L’ernia inguinale è una patologia che non può guarire spontaneamente.

L’intervento chirurgico è sempre necessario ed è l’unica soluzione in grado di risolvere in modo definitivo il problema.

I bassi rischi legati al tipo di anestesia e all’intervento non giustificano il rifiuto ad operarsi o a rinviare; inoltre il rischio di strozzamento dovrebbe sempre far propendere il paziente per l’intervento piuttosto che rischiare di giungere in urgenza al Pronto Soccorso.

L’utilizzo di presidi alternativi all’intervento come il cinto erniario o mutandine contenitive è a mio avviso un’atto inutile che ritarda l’arrivo del paziente al tavolo operatorio.

Il mio consiglio è di sottoporsi ad una visita chirurgica e procedere all’effettuazione dell’intervento chirurgico quando l’ernia è ancora piccola, piuttosto che rischiare l’intervento in urgenza, condizione che espone il paziente a maggiori complicanze come infezione e recidiva.

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