Sarò ambasciatore del Ciad e del Sahel

“Sarò ambasciatore del Ciad e del Sahel perché ricevano maggiore attenzione dall’Ue. L’ho ripetuto più volte nei consigli europei e non mi stancherò di tornare alla carica anche nella prospettiva di un rinnovamento delle istituzioni Ue. Dobbiamo rendere molto più consistente il Trust Fund per l’Africa, che ha risorse assolutamente inadeguate: se l’Europa continuerà con questa miopia, continuerà a farsi del male. L’Italia vuole cambiare l’Europa perché sia più forte, più equa, più solidale”. Lo dice il premier Giuseppe Conte in Ciad. Parlando a ‘Ndjamena al termine del suo colloquio bilaterale con il presidente del Ciad Idriss Déby, il presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale per contrastare l’impoverimento della regione del Sahel e quindi, indirettamente, la crescita di fenomeni come le migrazioni e il terrorismo. “Occorre evitare – ha osservato – che i giovani siano messi di fronte qui in Africa fra affiliazione a gruppi terroristici o intraprendere con l’illusione di un futuro migliore viaggi della speranza che significa trovarsi nelle mani di trafficanti crudeli. Dobbiamo lavorare a creare le premesse perché ci sia un miglioramento delle condizioni di vita qui”.

Italia può sostenere sviluppo

“L’Italia – ha sottolineato il premier – può dare un grande contributo, non bisogna solo pensare al sostegno finanziario fine a se stesso. L’Italia ha grandi capacità tecnologiche e professionali nel campo dell’agricoltura, dell’alimentare, delle infrastrutture e delle energie rinnovabili. Il solare, l’eolico, pensate anche al campo idroelettrico”. “Non possiamo noi europei – ha rimarcato ancora Conte – rimanere insensibili rispetto al prosciugamento del lago Ciad, se continuerà significherà maggiore miseria, più emigrazione e minaccia terroristica che sorge dai territori. Se non si ha una visione su questi temi ci si ritrova sopraffatti. Ho ricordato al presidente Déby che forse il più antico progetto per contrastare il prosciugamento del lago Ciad è di esperti italiani, e c’è un progetto per l’irrigazione. Questo significa creare le premesse per lo sviluppo di questi territori, quindi contrastare efficacemente i flussi migratori”.

Valutiamo su militari italiani per formare le forze locali

“Abbiamo anche esplorato la possibilità di incrementare l’apporto italiano per la capacity building: le nostre forze armate possono sicuramente contribuire ad addestrare, formare, le forze armate locali per rafforzare il perimetro di sicurezza di questo Paese e dei Paesi limitrofi in modo che possano contrastare sul terreno più efficacemente le minacce terroristiche e i trafficanti di esseri umani, droga, armi”, dice Conte a N’Djamena nella dichiarazione alla stampa con il presidente Déby.

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