Polizzi e il suo acquedotto romano: una pagina di storia sconosciuta

Il monte su cui oggi sorge Polizzi Generosa è stato frequentato a partire dal VI secolo avanti Cristo. Grazie alla necropoli ellenistica, venuta alla luce nel 1992, si hanno molte certezze su fatto che nell’antichità Polizzi fosse abitata nella zona di santo Pietro. Un altro nucleo abitato si trovava nella zona dove oggi si erge la chiesa Madre. Alcuni saggi archeologici effettuati di recente all’interno della sacrestia, infatti, hanno portato alla luce della ceramica indigena dipinta che rimanda proprio al VI secolo avanti Cristo.

Intorno al II secolo d. C. le due zone sono state collegate da un grande acquedotto simile a quello costruito a Termini Imerese. L’acquedotto romano di Polizzi, però, nel corso dei secoli è stato distrutto. A cavallo fra i secoli XV e XVI la comunità polizzana vive una pagina culturale di tutto rilievo. In questi anni si decide di servire la comunità con l’acqua che sorgeva sul monte della Madonna dell’Alto. Per trasportarla nel punto più alto della città si decide di riedificare l’antico acquedotto romano andato distrutto. Questa volta però non collegava la zona di santo Pietro con quella dove sarebbe sorta la chiesa Madre. Il nuovo acquedotto, infatti, portava l’acqua nella zona del Castello che intanto era diventata la più alta della città. 

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