Antonio Agrimi: il commissario amico di Boris Giuliano, La Barbera e Pietro Scaglione

Antonio Agrimi, ancora oggi, che sta per compiere 91 anni, tutti  lo ricordano con benevolenza. E’ stato Commissario di Pubblica Sicurezza a Cefalu’ dal 1972 e per  diversi anni, fino a quando, il grado che ricopriva negli ultimi anni di servizio (ultimi anni ’80), non gli permise più di restare a dirigere il Commissariato di Cefalù, ma dovette prestare servizio alla Questura di Palermo, dove si congedo’  con il grado di Questore.

Nato in Puglia, nel Salento, e precisamente a Maglie, in provincia di Lecce, il 27 giugno 1928, rimasto ultimo maschio di nove figli, (due deceduti giovani) con sei sorelle, fu l’unico che il padre poté  far proseguire negli studi, poiché ai tempi si andava a scuola a piedi, (la famiglia abitava a Melpignano) , a 5 km da casa e andava con le scarpe senza lacci. Frequentò  il Liceo Classico di Maglie, del quale era preside Aldo Moro, che si ritroverà poi alla Facoltà di Giurisprudenza di Bari come docente, oltre ad un altro illustre nome, l’ex presidente della Repubblica Giovanni Leone. Il padre Giovanni, un omone alto e robusto, ai tempi del fascismo svolgeva il ruolo di  “Guardia del Potestà“, diventando poi “ la Guardia”  del piccolo paese di Melpignano, oggi conosciutissimo per “ La notte della taranta “, e poi concluse come impiegato comunale, ( ai tempi in quel piccolo paese erano in tutto 3 gli impiegati comunali ). Si sposò  con la cognata della sorella Maria, ed iniziò a fare la professione di Avvocato, ma per molto tempo, perché vinse  il concorso in Polizia come funzionario, e come prima sede venne destinato a Taranto dove andò  ad abitare nel quartiere dei Tamburi, oggi alla ribalta delle cronache per la faccenda dell’ILVA e per l’inquinamento atmosferico.

Durante la formazione professionale praticò il judo e un po’ di boxe. Con la moglie Lucia perse il primo figlio dopo qualche giorno dalla nascita, ma successivamente nel 1955 nacque la prima figlia, Maria Beatrice Assunta, attualmente docente presso il Liceo Classico Mandralisca a Cefalu’, e nel 1960 nacque il secondogenito Giovanni, attualmente Ispettore presso la Polizia Municipale a Cefalù. Il figlio, mentre il servizio militare di leva era obbligatorio, aveva fatto domanda per entrare come Paracadutista nella Folgore, ma il padre dopo tre anni di tentativi, vista  l’insistenza, lo fece esonerare, per le paure che aveva la madre, la quale  si oppose pure quando dopo qualche anno il figlio fece domanda per diventare Ispettore della Polizia di Stato, temendo che se lo avesse vinto, lo avrebbero mandato a prestare servizio chissà dove, lontano dalla famiglia.

Dopo qualche anno a Taranto, il Dott. Agrimi venne mandato a prestare servizio a Palermo, dove restò  solamente un anno, in quanto fu poi assegnato a dirigere il Commissariato di Lercara Friddi, paese conosciuto come il paese di origine del famoso boss Lucky Luciano. Vi prestò servizio per nove anni, prima di essere trasferito a Cefalù, nel 1972. Per un anno, visto che il figlio doveva  terminare la scuola media e la figlia il Liceo Scientifico, abitarono in albergo, presso l’Hotel Santa Lucia- Le Sabbie d’Oro, dove diventarono di famiglia. Quando era possibile si portava dietro, a Lercara,  il figlio a fargli compagnia, in attesa che la casa dove attualmente abita allo Spinito, che all’epoca era in costruzione, venisse terminata e la famiglia potesse trasferirsi.

Mentre era in servizio a Cefalù fecero un Blitz presso un hotel cefaludese, perché si sospettava che ad un banchetto nuziale potesse trovarsi “ Michele Greco detto il Papa” , famoso boss mafioso, ma qualcuno che intuì qualcosa,  con una soffiata , fece saltare l’operazione  e il blitz non ebbe esito positivo. Quando andava per pratiche d’ufficio o quando poi prestava servizio alla Questura di Palermo, ogni tanto andava con il figlio a prendere un caffè con i suoi colleghi che si chiamavano Boris Giuliano, o Arnaldo La Barbera, ma il figlio capì dopo tempo l’importanza che avevano quei colleghi di lavoro del padre, quando dopo aver preso l’ultimo caffè con Boris Giuliano, quest’ultimo, una settimana, dopo venne ucciso in un Bar. Tentò diverse volte di avvicinarsi per servizio nella sua regione di origine, e tramite i suoi buoni rapporti con il Procuratore Pietro Scaglione ebbe la promessa che sarebbe stato aiutato ad avvicinarsi, ma purtroppo anche il Procuratore venne barbaramente ucciso, e il trasferimento non arrivò mai.

Oltre a dirigere il Commissariato di Cefalù, era incaricato di occuparsi di nove paesi, tra i quali Petralia, e Termini Imerese dove si sostituivano a vicenda con il Dirigente quando si andava in ferie. Non amava mettere la divisa, perché pensava non gli stesse bene, era sempre vestito in abiti civili, e una volta disse al figlio : “il giorno che mi obbligheranno a mettermi la divisa, mi dimetterò “. Per curiosità, oltre alla pistola d’ordinanza che teneva sempre nel cruscotto della macchina, si era comprato una pistola calibro 38 canna corta, una Colt Cobra ora regalata al figlio, e portava con sé per sicurezza anche una piccola pistola facilmente occultabile: “Non si sa mai nella vita “. 

Inauguriamo su cefalunews una sezione per far conoscere i poliziotti cefaludesi che hanno operato a Cefalù lasciando un segno importante della loro presenza. L’idea di raccogliere le loro biografie è del Kefablog, l’iniziativa nata per far conoscere Cefalù, finanziata con 1.800 euro di borse di studio costituite dagli emigrati cefaludesi che fanno parte dell’associazione Cefaludesi nel mondo. Ai partecipanti è stato chiesto di pubblicare una biografia di un poliziotto che ha operato a Cefalù. Le biografie saranno lette da una giuria di emigrati cefaludesi che attribuiranno dei punteggi ai partecipanti. Alla fine della gara al vincitore andrà una borsa di studio di trecento euro. (Biografia a cura di Alice Portera)

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