Dormire male la notte aumenta il rischio di infarto: vi spieghiamo perché

Dormire male la notte può provocare un picco di pressione sanguigna. Lo rivela uno studio condotto dall’Università dell’Arizona. Lo studio, che sarà pubblicato sulla rivista Psychosomatic Medicine, dimostrerebbe che i problemi del sonno aumentano il rischio di infarto, ictus e persino di morte per malattie cardiovascolari. Si consolida sempre di più, quindi, il rapporto fra il dormire poco e male e la salute cardiovascolare.

Lo studio ha riguardato 300 persone fra uomini e donne, di età compresa tra i 21 e i 70 anni, senza storia di problemi cardiaci. I partecipanti hanno indossato bracciali per la pressione sanguigna portatili per due giorni consecutivi. I polsini prendevano a caso la pressione sanguigna dei partecipanti durante intervalli di 45 minuti nel corso della giorno e della notte. Di notte, in particolare, i partecipanti indossavano un monitor di actigrafia, dispositivi simili a orologi da polso che misurano il movimento, per aiutare a determinare l”efficienza del sonno” o la quantità di tempo trascorsa dormendo profondamente nel letto. Nel complesso, coloro che avevano una bassa efficienza del sonno mostravano un aumento della pressione sanguigna durante quella notte agitata. Avevano anche una pressione arteriosa sistolica più alta, il numero più alto nella lettura della pressione arteriosa del paziente, il giorno dopo. I ricercatori sostengono che sono necessarie ulteriori ricerche per capire perché dormire male aumenta la pressione sanguigna. Lo studio rafforza l’importanza del dormire bene la notte. In questo senso, secondo il co-autore dello studio John Ruiz, professore associato di psicologia UA, «non è importante solo la quantità di tempo che si trascorre a letto ma anche la qualità del sonno che si mette in atto». Ed ecco un suggerimento: “Mantieni il telefono in una stanza diversa”.

Improving sleep quality can start with making simple changes and being proactive, Ruiz said.

“Keep the phone in a different room,” he suggested. “If your bedroom window faces the east, pull the shades. For anything that’s going to cause you to waken, think ahead about what you can do to mitigate those effects.”

For those with chronic sleep troubles, Doyle advocates cognitive behavioral therapy for insomnia, or CBTI, which focuses on making behavioral changes to improve sleep health. CBTI is slowly gaining traction in the medical field and is recommended by both the American College of Physicians and the American Academy of Sleep Medicine as the first line of treatment for insomnia.

Doyle and Ruiz say they hope their findings – showing the impact even one fitful night’s rest can have on the body – will help illuminate just how critical sleep is for heart health.

“This study stands on the shoulders of a broad literature looking at sleep and cardiovascular health,” Doyle said. “This is one more study that shows something is going on with sleep and our heart health. Sleep is important, so whatever you can do to improve your sleep, it’s worth prioritizing.”

Source: University of Arizona. Rivista di riferimento: Doyle, C. et al. (2019) Associations Between Objective Sleep and Ambulatory Blood Pressure in a Community Sample. Psychosomatic Medicine. doi.org/10.1097/PSY.0000000000000711.

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