Pressione alta: Ecco cosa la tiene sotto controllo. Da non crederci

Uno studio sugli esseri umani per osservare l’impatto del batterio Akkermansia. E’ la prima ricerca a livello mondiale ed ha portato a straordinarie conclusioni. Il batterio limita l’aumento di diversi fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, modera la progressione del pre-diabete e riduce i livelli di colesterolo nell’uomo. E’ una scoperta importante che adesso porterà alla pianificazione di un test su larga scala per poi arrivare alla commercializzazione dei batteri.

La storia del batterio akkermansia

Nel 2007, Patrice Cani, una ricercatrice, e il suo team al Louvain Drug Research Institute dell’Università di Lovanio hanno scoperto gli effetti benefici del batterio intestinale Akkermansia muciniphila. Il batterio era capace moderare lo sviluppo dell’obesità e del diabete di tipo 2 nei topi. Dieci anni dopo lo stesso team, sempre sui topi, ha scoperto che l’uso di una forma pastorizzata di Akkermansia portava ad una protezione ancora maggiore rispetto al batterio vivente. Grazie a queste scoperte gli scienziati hanno sviluppato uno studio clinico per somministrare i batteri agli esseri umani. E’ stato prodotto il batterio in grande quantità ed è stato somministrato ad alcuni volontari in sovrappeso o obesi. Tutti con insulino-resistenza (pre-diabete di tipo 2) e con sindrome metabolica, in altre parole, con numerosi fattori di rischio elevati per malattie cardiovascolari. I volontari sono stati divisi casualmente in 3 gruppi (placebo, batteri vivi e batteri pastorizzati) e gli è stato chiesto di non cambiare le loro abitudini alimentari o la loro attività fisica. Il batterio Akkermansia è stato fornito come supplemento nutrizionale.

Alla fine lo studio ha dimostrato che l’ingestione del batterio (pastorizzato) ha impedito il deterioramento dello stato di salute dei soggetti (pre-diabete, rischi cardiovascolari). Ancora meglio, i ricercatori hanno osservato una diminuzione dei marcatori di infiammazione nel fegato, una leggera diminuzione del peso corporeo dei soggetti (2,3 kg in media) e un abbassamento dei livelli di colesterolo. Questi risultati aprono la strada a uno studio su larga scala, per confermare / elaborare questi primi risultati, ma sostengono anche la commercializzazione dei batteri come integratori alimentari entro il 2021.

Akkermansia muciniphila: un batterio per diverse patologie

Più gli scienziati studiano questo batterio e più si rendono conto del ruolo importante che gioca in molte patologie, tra cui obesità, diabete di tipo 2 e processi di  infiammazione intestinale.  Nel nostro intestino ospitiamo un vero e proprio ecosistema di batteri. Abbiamo così tanti batteri che il loro numero supera quello di tutte le cellule del nostro corpo. Una comunità così cospicua non può che influenzare il nostro stato di salute.  Negli ultimi anni sono stati numerosi i microrganismi studiati dagli scienziati, ma Akkermansia muciniphila sta spiccando per la quantità di interazioni che stabilisce con molte patologie. Questo batterio è di forma ovale. E’ un organismo strettamente anaerobico,  significa che non necessita di ossigeno per sopravvivere. Non è capace di movimento e non forma spore. Insomma, sembra il batterio meno interessante dell’ecosistema. Questo batterio colonizza l’intestino da un’età molto giovane, è stato infatti in basse concentrazioni anche nel latte materno.

Un’alternativa al batterio: le bacche

Un’alternativa al batterio potrebbero essere i cibi ricchi di polifenoli, come i mirtilli. Questi frutti contengono infatti delle sostanze chiamate proantocianidine (PAC), che facilitano la differenziazione delle cellule caliciformi mucipare nell’intestino, e quindi la produzione di muco. Le PAC potrebbero agire come prebiotici ed avere un effetto sull’abbondanza di A. muciniphila, creando un ambiente favorevole alla sopravvivenza del batterio. Le bacche sono un composto vegetale naturale. In uno studio con BMJ, i cibi ricchi di polifenoli, come le bacche, sono associati a una riduzione delle malattie cardiovascolari. Lo studio ha dimostrato che l’aumento di polifenolo ha migliorato il rischio di malattie cardiovascolari nei partecipanti ipertesi.

Ecco le 11 bacche della salute

    1. Bacche di Aronia.  Sono poche conosciute in Italia. Contiene antociani in quantità 3 volte superiori rispetto ai mirtilli. È ricca di antiossidanti, polifenoli, sali minerali e vitamine.
    2. Bacche di Acai sono piccoli frutti di colore blu originari della foresta pluviale sudamericana. Possiedono un elevato contenuto di antiossidanti. Utili nel proteggere il cuore e l’apparato cardiocircolatorio. Abbassano i livelli di colesterolo nel sangue.
    3. Bacche di Acerola. Ricca di vitamina C, contiene  provitamina A, vitamine del gruppo B, flavonoidi e tannini. Stimola le difese immunitarie e sviluppa un’azione antiossidante adatta a contrastare i radicali liberi.
    4. Bacche di Goji. Crescono spontaneamente in Tibet, Cina, Mongolia e sull’Himalaya. Sono arrivate in Occidente con la fama di bacche benefiche per la salute. Secondo la medicina tradizionale cinese le bacche di Goji costituirebbero un vero e proprio elisir di lunga vita, in grado di promuovere il mantenimento di una buona salute per molti anni.
    5. Fragoline di bosco. Contengono preziosi antiossidanti, sono un’ottima fonte di vitamina C, hanno proprietà antinfiammatorie, aiutano a regolare gli zuccheri nel sangue, hanno proprietà anticancro e favoriscono la memoria.
    6. Lamponi. Sono tra i frutti più ricchi di fibre, ne contengono il 20% del peso totale per via della loro struttura aggregata. Contengono vitamina C, manganese vitamine B1 e B3, acido folico, magnesio, rame e ferro. Contengono inoltre antiossidanti come antocianine e quercetina.
    7. Maquis. E’ uno dei frutti più ricchi di antiossidanti del mondo. Conosciuto fin dall’antichità come un elisir di lunga vita. È un vero e proprio tesoro dalle bacche di color blu intenso, molto simili nell’aspetto ai mirtilli. Il Maqui è ricco di un particolare tipo di antocianine, le delfinidine, che sono i più potenti tra i polifenoli: infatti, occorrerebbe bere 500 bicchieri di vino rosso per assumere la stessa quantità di delfinidine contenute in una capsula di estratto purificato di Maqui.
    8. Mirtilli. Ricchi di antiossidanti, di vitamina C e di vitamina K. Contengono anche manganese e sono una buona fonte di fibre alimentari. Per il loro contenuto di antociani sono un frutto molto apprezzato e la loro ricchezza di antiossidante li colloca tra gli elementi protettivi per la circolazione sanguigna.
    9. Mirtilli rossi. Sono considerati benefici per prevenire in modo naturale le infezioni del tratto urinario grazie alle loro proprietà antinfiammatorie. Nella storia i mirtilli rossi sono stati utilizzati propri in caso di disturbi urinari, oltre che per ferite, diabete, diarrea, problemi di stomaco e di fegato.
    10. More. E’ un frutto ricco di vitamine, con particolare riferimento alla vitamina C, alla vitamina K e alle vitamine del gruppo B. Contiene anche un sale minerale essenziale come il manganese e acido folico. Contiene betacarotene, luteina e zeaxantina.
    11. Noni. E’ un albero sempreverde originario delle zone calde del sud est asiatico. Dal suo frutto, giallo o verde e di forma ovale, si ricava un succo, noto per le sue proprietà terapeutiche. Molte delle proprietà del Noni sono da attribuire all’enzima xeronina, una importante componente della membrana cellulare che esercita un’azione rigenerativa e riparatrice sulle cellule danneggiate e regola la funzione delle proteine.

 

 

 

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