Perché mangiare una mela prima di un pasto abbondante? Risponde la medicina

Perché mangiare una mela prima di un pasto abbandonate? «Grazie all’elevata quantità di fibre che contiene, mangiare una mela di medie dimensioni 15 minuti prima di un pasto abbondante può ridurre di circa il 15% il numero di calorie consumate». Lo afferma la dottoressa Libby Mills del MacDonald Center for Obesity Prevention and Education in Pennsylvania. Tradotto in numeri significa che si risparmiano mediamente 186 calorie ovvero circa 60 in più di quelle contenute nella stessa mela. A tutto questo è da aggiungere che un po’ di frutta consumata prima del pranzo o della cena aiuta ad aumentare la sensazione di sazietà e ci consente di mangiare porzioni ridotte, senza abbuffarci o senza cedere alla tentazione del bis e del tris. Le fibre contenute nella frutta riducono, infatti, l’assorbimento degli zuccheri semplici e, di conseguenza, l’indice glicemico dei cibi. mangiare frutta prima dei pasti, quindi, contribuisce a ridurre alcuni sintomi sintomi comuni come per esempio colite, meteorismo, gonfiori addominali. La frutta prima dei pasti, infatti, migliora la digestione e riduce i fenomeni di fermentazione. Mangiare la mela prima del pasto fa dimagrire e prepara l’intestino alla digestione.

Perché la mela dopo sbucciata diventa scura? Un po’ tutti abbiamo notato che pochi minuti dopo aver sbucciato una mela, la sua polpa si macchia di scuro. E’ un processo ossidativo mediato da un enzima, la polifenolo-ossidasi, attivato proprio dall’ossigeno e che normalmente non passa attraverso la buccia. In caso di ammaccature o tagli, la lesione permette all’ossigeno di passare nella zona circostante e in quel punto la mela si scurisce. Lo stesso succede anche negli esseri viventi: ogni volta che respiriamo, l’ossigeno che mettiamo in circolo può provocare l’ossidazione delle nostre cellule mediante la produzione di radicali liberi. Le cellule, a differenza della mela, sono in  grado di difendersi dall’ossidazione con un  proprio sistema di difesa anti-ossidante. Esiste quindi un equilibrio tra radicali liberi e  difesa antiossidante che permette di stare  in buona salute.

Le mele aiutano a combattere l’anemia? Le mele sono una buona soluzione per combattere l’anemia, ovvero la carenza di emoglobina nel sangue. Le mele posseggono una buona percentuale di ferro. Infatti per chi soffre di anemia, basta incrementare l’assunzione di ferro per risolvere la suddetta problematica e in questo caso, le mele sono un ottimo coadiuvante. Le mele sono utili nel trattamento dell’anemia, essendo una ricca fonte di ferro. Aumentando la quantità di globuli rossi nel corpo, le mele aiutano non solo a prevenire l’anemia, ma anche a garantire una corretta ossigenazione dei sistemi essenziali degli organi, aiutandoli a funzionare correttamente. Il rimedio della mela chiodata è un rimedio naturale per la carenza di ferro utilizzato fin dal Medioevo. Per chi soffre di anemia da carenza di ferro, quindi, potrebbe essere utile riscoprire questo rimedio antico ma considerato tuttora efficace dalla medicina naturale. Dovrete procurarvi da 6 a 8 grossi chiodi di ferro non zincati. Sono i chiodi che possono arrugginire ovvero i chiodi del modello “Parigina”. Sterilizzate i chiodi per alcuni minuti in acqua bollente e poi inserirli in una mela biologica. Mangiare la mela dopo 24 ore, dopo aver estratto i chiodi. A questo punto non vi resta che inserire i chiodi in un’altra mela, per il giorno successivo. Noterete che la mela si presenterà nera nel punto in cui avrete inserito i chiodi. Secondo le indicazioni di “Medicina Antroposofica. Riconoscere e affrontare le malattie più comuni”, libro di Sergio Maria Francardo, si tratta di un fenomeno perfettamente normale. Il quantitativo di mele chiodate da assumere può variare a seconda dell’entità della carenza di ferro. Bisognerebbe ripetere le analisi del sangue per capire se il metodo della mela chiodata sta apportando giovamento. A seconda dei casi, potrebbe essere sufficiente assumere 1 mela chiodata al mese. Da non sottovalutare, infatti, è il rischio di andare incontro ad un eccesso di ferro.

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