COVID19 – Una nuova questione meridionale: riflessione di un medico

Questa mattina, al TG, sono stati forniti dati che descrivono una situazione chiara: se l’epidemia dovesse estendersi al Sud Italia alla stessa maniera che al Nord si registrerebbe un inginocchiamento del Sistema Sanitario ben più precocemente di quanto non stia accadendo al Nord. E questo non sarebbe dovuto alla minor efficienza e competenza del nostro personale medico: noi medici “del Sud” agiamo secondo coscienza e competenza al pari dei nostri colleghi del Nord, i nostri ospedali erogano servizi di qualità esattamente come quelli del Nord. Il più precoce esaurimento delle risorse sarebbe dovuto alla differente distribuzione dei posti letto, soprattutto di Terapia Intensiva, tra Nord e Sud Italia: degli oltre 5000 posti letto di Terapia Intensiva italiani solo poco più di 1000 sono quelli distribuiti al Sud.
E’ davanti alla cruda verità di questi dati che deve emergere con maggior forza il nostro grande senso di responsabilità.
E’ vero che il 95% dei casi di Covid19 guarisce, è vero che l’80% dei contagiati non necessita di cure ospedaliere, che il 15% necessita di cure non intensive e il 5% va in Terapia Intensiva. Ma non si tratta di una “semplice” influenza! nCoV-19 è un virus altamente diffusivo.
Ecco perché dobbiamo attenerci alle indicazioni ministeriali.
Ecco perché non è ammissibile vedere immagini come quelle riprese in Vucciria qualche sera fa, quando orde di giovani universitari si sono ammassate in uno stretto corridoio di basolato per celebrare il “CoronaviNus”. Ecco perché non può essere avallato il comportamento di chi, la scorsa notte, “grazie” ad una fuga di notizie che anticipava il decreto del Presidente del Consiglio, si è precipitato alla Stazione di Porta Garibaldi a Milano per salire sull’ultimo treno per raggiungere casa, qui al Sud.
Dov’è il senso di responsabilità? Dov’è il senso civico? Di comunità? Modificare le nostre abitudini di vita, oggi, è un dovere! Un piccolo sacrificio per il bene di tutti! Siamo la generazione che non conosce il sacrificio, la rinuncia!
Iniziamo a studiare ai banchi della resilienza!
Se provieni dalle zone rosse italiane, se sei venuto a contatto con persone che ci vivono o che hanno contratto il virus, compila la scheda di censimento pubblicata dal Ministero. Se sei un siciliano reduce dalle zone rosse, attieniti alle ultime disposizioni del Presidente della Regione Siciliana! Non correre ad abbracciare i tuoi nonni, i tuoi cari! Va’ in autoisolamento!
Quante cose belle e utili per te stesso puoi fare da solo con te stesso! Stamattina leggevo il post su Instagram di Tommaso Paradiso che invogliava i suoi fan al rispetto delle indicazioni ministeriali: “Non è un dramma starsene a casa, anzi! È invece un dramma non rispettare gli altri: i più deboli, i medici, le strutture ospedaliere, il paese. Non è un dramma resistere per qualche giorno alla movida, agli aperitivi, alle vasche, agli strusci, agli appuntamenti. A casa si possono fare un sacco di cose meravigliose: bere, magiare, giochi da tavola, suonare, scrivere, leggere, cantare, guardare tutti i film di Scorsese, studiare, stare a letto, allenarsi. Vogliamoci bene per cortesia e per amore”.
Aiuta noi medici! Aiuta la comunità! Aiutati!
Facciamolo! Fatelo,
“o vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi” (P. Levi).
(Giuliano Cassataro – Medico Specialista in Geriatria)

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