Si può mangiare il prosciutto fresco dopo 7 giorni? Ecco la risposta

Si può mangiare il prosciutto fresco dopo 7 giorni? Di norma il prosciutto fresco, che tutti gli affettati, va consumato entro 3-4 giorni. Quando si mangia del prosciutto fresco appena affettato è sempre bene stare attenti all’odore ma anche al suo aspetto. In caso di odore di muffo e in presenza di fette non più morbide il prosciutto va buttato. Consumandolo, invece, si rischiano intossicazioni ma anche infezioni letali. Si va dalla listeria all’escherichia coli, dal botulismo ai Clostridi. Anche se oggi siamo protetti e tutelati da norme igieniche ben specifiche è bene prestare sempre molta attenzione e dei nostri sensi che ci possono mettere in allarme. Se dopo 5 minuti dall’apertura della confezione percepite un sentore acido buttare il prosciutto.

A cosa si va incontro quando si consuma il prosciutto fresco dopo 7 giorni? Alla listeria che porta nausea, vomito e arriva persino a provocare meningite. Purtroppo, i batteri che portano alla Listeriosi sopravvivono al freddo quindi è necessario attenersi alla data di scadenza sempre in ogni caso. Il Botulismo, invece, è una grave infezione provocata da una tossina, che si sviluppa in assenza di ossigeno ed è abbattuta tramite nitriti e nitrati nell’industria. Per questo motivo, è necessario rispettare la data di scadenza riportata. I Clostridi, infine, sono batteri che si sviluppano con nei salumi fatti in casa. Provocano delle bolle sull’involucro del prosciutto e per questo va buttato.

E’ vero che il prosciutto può causare il cancro? Sì. Lo afferma l’Organizzazione mondiale della sanità. Le carni lavorate sono cancerogene. In questa categoria sono comprese tutte le carni trasformate tramite i processi che ne aumentano il sapore e ne allungano anche la conservazione come salatura, stagionatura e fermentazione affumicamento. Il rischio è alto per i tumori al colon e retto ma anche per intestino, pancreas e prostata. Il legame con alcuni tipi di tumore, infatti, è dovuto alla presenza di conservanti o di prodotti di combustione nel prosciutto. Aumenta del 18%, dicono le tante ricerche scientifiche, per ogni porzione di 50 grammi di carne lavorata.

I nitriti presenti nel prosciutto fanno male? Al prosciutto cotto, così come in molti altri alimenti, si aggiungono i nitriti, che compaiono nelle etichette con la sigla E250. I nitriti si aggiungono al prosciutto nella fase finale della lavorazione come conservanti insieme alla salamoia, per eliminare il rischio di presenza di botulino. I nitriti aggiungono sapore e intensificano il colore rosato del prosciutto, che in natura tende più al marroncino che al rosa. L’agenzia nazionale per la ricerca sul cancro classifica i nitriti come potenziali cancerogeni di classe 2A. Sono responsabili per uso eccessivo o se associati ad altre sostanze a rischio.

Come si riconosce il prosciutto fresco? Va osservato per verificare che abbia delle striature di grasso naturali. Se il prosciutto presenta una serie di quadratini affiancati e non uniformi, senza le striature, vuol dire che si tratta di un prosciutto che non è stato ricavato da una coscia intera. Si è di fronte ad una serie di parti di coscia che sono state messe insieme come se fossero un puzzle o un mosaico. E’ un prosciutto di scarsa qualità e contiene polifosfati. Quello fresco di di qualità, invece, ha uno spesso strato di grasso esterno accompagnato dalla cotenna, che avvolge il prosciutto.

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