Mascherine introvabili in Sicilia. Le farmacie dicono che non arrivano rifornimenti

Niente mascherine in molte farmacie siciliane. C’è di più. L’Iva non è stata ancora abolita e le mascherine disponibili costano al consumatore 61 centesimi e non 50 come stabilito dal Governo. A denunciare tutto questo è Federfarma Palermo, per voce del suo presidente Roberto Tobia. «L’inizio della ‘fase 2’, con il rientro al lavoro di milioni di cittadini, richiede ovviamente una maggiore disponibilità di mascherine. Federfarma nazionale già da tempo si è attivata rendendosi disponibile da subito a distribuire gratuitamente le mascherine della Protezione civile. Purtroppo il Paese deve affrontare gli eventi senza un’adeguata preparazione. Ad oggi in molte farmacie le mascherine non sono arrivate. La distribuzione intermedia avrebbe dovuto distribuire quelle della Protezione civile ma, a causa dei ritardi degli enti certificatori, non può ancora immetterle nel circuito. Le mascherine continuano a essere vendute nelle poche farmacie che ne sono fornite, ad un prezzo pubblico di 50 centesimi più Iva, quindi a 61 centesimi, non essendo stata ancora abolita, come promesso dal governo, l’aliquota del 22%. Oggi le mascherine sono quasi del tutto introvabili, a Palermo come in tutta Italia. Ma a subire le comprensibili reazioni dei cittadini, che giustamente pretendono di trovare le protezioni individuali, ci siamo solo noi farmacisti esposti in prima linea – incalza Tobia – Non ci siamo mai sottratti al dovere di restare aperti, anche senza mascherine né altre protezioni, al servizio dei cittadini, dai quali raccogliamo continue attestazioni di stima per il nostro operato. Il servizio di dispensazione dei farmaci è stato sempre garantito, soprattutto nelle zone rosse, anche a Villafrati, in provincia di Palermo. Risultato? Ben sedici nostri colleghi sono morti a causa del contagio. Un prezzo altissimo pagato dalla nostra categoria. Eppure qualcuno cerca di far passare nell’opinione pubblica l’idea che siamo speculatori. Federfarma ha quindi chiesto un prezzo controllato, allo scopo di evitare le speculazioni di cui è stata vittima la farmacia italiana e che si sono abbattute sui cittadini. E ha infine chiesto a viva voce e con gran forza l’abolizione dell’Iva su questi dispositivi indispensabili oggi più che mai».

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