La processione del Salvatore è, con molta probabilità la processione più antica di Cefalù. La vita per i cristiani di Cefalù, sotto il dominio arabo, non è stata facile. Vivevano come schiavi ed era permesso loro di professare il proprio credo religioso dietro pagamento di alcuni tributi. A Cefalù i cristiani dovevano portare dei segni di riconoscimento sulle case e sui vestiti. Potevano riparare le chiese ma non costruirne di nuove. Non potevano suonare le campane delle chiese o portare la croce in processione. L’arrivo di Ruggero a Cefalù porta la tolleranza religiosa. Cristiani, greci e musulmani convivono.
E’ durante il periodo di Guglielmo il Buono che a Cefalù di attraversa un periodo felice. E’ del periodo di Guglielmo II il Buono il primo riferimento alla festività del Salvatore che si trova in una pergamena del 1159. Vescovo era Bosone. Durante la Festa il Vescovo esponeva la reliquia della Croce che si trovava in Cattedrale. Era il “Legno del Signore con due tavole d’oro gemmate”. La Santa reliquia durante la festa veniva portata fuori dalla Cattedrale dal Vescovo che insieme al capitolo la esponeva in adorazione al popolo. Con il passare degli anni, e in particolare durante la dominazione spagnola, fra il XVI e il XVIII secolo, a Cefalù la festa del Salvatore prevede la processione fra le stradine della città con la Santa Reliquia portata dal Vescovo. A questa processione partecipavano le confraternite cittadine che sfilavano portando alcune statue che si trovavano in alcune delle chiese vicino alla Cattedrale. Difficile sapere quante fossero le Statue di certo si ha notizia che sfilava in processione una statua di san Rocco, che nel 1530 era stato nominato Patrono della città. La statua si trovava presso la chiesa dell’Annunciata. Le chiese dalle quali arrivavano le statue erano diverse: Santissimo, Purgatorio, Annunciata, san Giuseppe, san Vito oggi san Maria, san Francesco, SS. Trinità, San Nicola, Immacolatella, Odigitria, san Giovanni e santa Margherita.