Se vuoi vedere un piccolo comune della Sicilia dove ammirare una splendida Via Sacra ecco la località che devi subito visitare

Si tratta di Ferla, un comune di appena di duemila abitanti, all’interno della Val di Noto, che ci racconta di un passato di tutto rispetto.

Un pò di storia

Ricostruita quasi interamente dopo il terremoto del 1693, che sconvolse tutta la valle con ben tre scosse di magnitudo altissimo, Ferla conserva al suo interno tracce risalenti all’VIII secolo a.C.: tra queste c’è la necropoli di Pantalica, un vero e proprio incastro di canyon scavati all’interno della roccia, dove si nascondono circa 6000 tombe, e, per gli amanti del trekking, raggiungibile anche a piedi, lungo un percorso di circa mezz’ora, partendo proprio da Ferla.

Ferla viene citata per la prima volta nelle Decime Ecclesiastiche del 1275, sebbene si riconosce l’esistenza di questa realtà urbana solo attraverso il testamento di Iohannes de Ferula, documento datato al 10 dicembre 1292.

Il piccolo borgo di Ferla si formò nel Medioevo attraverso un’intricata maglia di vie e stradine sorta attorno al castello, di cui non rimane alcuna traccia a causa del terremoto, fatta eccezione del quartiere delle Carceri Vecchie, dove la struttura irregolare delle stradine rimanda all’architettura del primo impianto. La città medievale non venne più ricostruita a scopo abitativo, ma quell’area fu destinata alla coltivazione e all’allevamento.

Una splendida Via Sacra

Quello che, però, rende la piccola cittadina del siracusano davvero affascinante è la presenza di “una via sacra”, ovvero la via Vittorio Emanuele, lungo la quale sorgono cinque degli otto edifici religiosi presenti: la Chiesa del Carmine, dedicata a Santa Maria del Carmelo, che presenta una faccia settecentesca; la Chiesa di San Sebastiano, che è la più grande e ricca di elementi artistici di stile barocco e al cui interno si possano trovare le reliquie di diversi santi; la Chiesa di Santa Maria di Gesù, nata come convento, poi scuola, dove si trova un crocifisso ligneo di Frate Umile di Petralia, che, secondo i Ferlesi, in base all’angolazione da cui si guardi, sembra che il Cristo sorrida o pianga;  la Chiesa Madre, l’unica chiesa parrocchiale di Ferla e sede del patrono San Giacomo Maggiore Apostolo, nella quale coesistono elementi dorici e ionici; e la Chiesa di Sant’Antonio Abate, l’unico esempio in Sicilia di chiesa con pianta a croce greca, che manca della cupoletta della torre campanaria di sinistra caduta in seguito al terremoto del 1908 e mai più ricostruita.

A Ferla è facile imbattersi in feste nel corso di tutto l’anno, ma sicuramente di grande impatto è l’atmosfera che si respira la notte del 24 dicembre, quando si celebra la nascita di Gesù con una suggestiva rappresentazione. Inoltre, ormai consolidata è la tradizione dei presepi lungo il percorso antico della città.

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