Il ruolo delle Ferrovie dello Stato nella Prima Guerra Mondiale (seconda parte)

Riportiamo per i nostri lettori, la breve sintesi della Conferenza: “Il ruolo delle Ferrovie dello Stato nella Prima Guerra Mondiale”, a cura del Colonnello Mario Pietrangeli e dell’Ingegner Michele Antonilli, tenutasi a Milano, lo scorso 18 settembre, alla Fondazione Cesare Pozzo.

 

Ferrovie Militari Decauville

«Nel 1873 l’ingegnere Paul Decauville (1846-1922) presentò a Parigi, il proprio sistema di ferrovie portatili. I binari erano in acciaio a scartamento di 0,4 m con rotaie tipo Vignole da 4,5 kg/m e i vagoni avevano tutti 2 assi. Il sistema Decauville risultò subito migliore rispetto al sistema dell’Ingegner Corbin, utilizzato dallo stesso Decauville l’anno precedente, anche perché vi si poté usare la trazione a vapore. Il sistema venne poi modificato gradualmente portando lo scartamento a 60 cm e usando rotaie da 7 a 9, e poi a 12 kg/m. Queste ferrovie ebbero un grande successo e divennero presto la principale attività di Decauville. La ditta Decauville poteva costruire una ferrovia completa “chiavi in mano” cioè progettava il sistema di trasporto e forniva tutto il materiale necessario, la posa in opera e la formazione del personale. Negli anni successivi altri costruttori anche non francesi riuscirono a fornire lo stesso tipo di servizio. Tra di essi si segnalano Koppel e Pétolat.  I primi utilizzatori furono i grandi agricoltori e gli stabilimenti industriali.

Il successo nella coltivazione della barbabietola da zucchero era dovuto al fatto che riuscivano a trasportare in poco tempo il raccolto agli stabilimenti di lavorazione riducendo di molto le perdite dovute ai tempi di trasporto necessari prima del loro utilizzo. Dalla fine del XIX secolo l’esercitò francese installò queste ferrovie nelle fortificazioni dell’Est della Francia, pensandole adatte solo al servizio in installazioni stabili. Contemporaneamente l’esercito germanico sviluppò un sistema di ferrovie portatili allo scopo di rifornire la linea del fronte in un’ipotetica guerra, anche in una situazione di fronte instabile. Questa idea risultò vincente durante la Prima Guerra Mondiale, quando fu evidente che i camion non erano adatti a portare armi, rifornimenti e uomini su strade che allora erano quasi sempre sterrate. La Francia, con il Regno Unito e gli Stati Uniti, convertirono allora le proprie ferrovie all’utilizzo sui campi di battaglia.

Il massimo sviluppo delle ferrovie Decauville si ebbe proprio durante la Grande Guerra con realizzazioni di ferrovie a scartamento di 60 cm su tutti i fronti. Durante L’Esposizione Universale del 1889 a Parigi, Decauville realizzò una linea a scartamento di 0,6 m con una lunghezza di circa 3 km, all’interno della stessa, che andava da Champ de Mars a Les Invalides. Durante l’Esposizione questa ferrovia trasportò 6.323.446 passeggeri paganti senza un solo incidente. Le locomotive a vapore erano del tipo Mallet, rodiggio BB, e le carrozze erano prese direttamente dal catalogo Decauville. A seguito di questa prova il Ministero dei Trasporti autorizzò la costruzione di linee a scartamento di 0,6 m per il trasporto pubblico. L’esercito italiano, dopo essere entrato in guerra nel 1915 contro l’Impero Austro –  Ungarico, conquistò il Carso dove la II e III Armata impiantarono un grande sistema di Ferrovie da campo (Decauville, Feldbahn), utilizzando anche unità del Genio Ferrovieri, che andava da Aquileia a Cividale, entrando anche nell’attuale Slovenia.

Serviva per rifornire le linee dei combattimenti. Questo sistema raggiunse, prima di Caporetto (10-1917), l’estesione di circa 200 Km di binari principalmente in sede propria con rotaie da 10 Kg/m posate su traverse di metallo. Erano presenti circa 100 locomotive e 80 stazioni. Prima della Grande Guerra l’esercito italiano costruì, in Carnia, una serie di ferrovie leggere: [Tolmezzo – Paluzza – Moscardo: circa 20 Km, scartamento 750 mm]; [Villa Santina – Comeglians: circa 17 Km, scartamento 750 mm]; [Villa Santina – Ampezzo: circa 12 Km, scartamento 600 mm]. Alla fine della guerra due linee, da 750 mm, furono usate per il trasporto pubblico. La Tolmezzo – Paluzza, senza il tratto per Moscardo, gestita dal Consorzio della Tranvia del But, e venne chiusa nel 1931. La Villa Santina – Comeglians dal Consorzio della Val Degano, chiusa nel 1935. Nel 1913, la Società Veneta costruì una tranvia a scartamento metrico tra Susegana e Pieve di Soligo. Venne chiusa nel 1931. Qui si evidenziano per completezza d’informazione le particolarità della linea Romano d’Ezzelino – Santa Felicita che aveva 5 rotaie! Doppio scartamento e cremagliera. Sul binario da 750 mm viaggiavano le locomotive a cremagliera che trainavano i carri a 600 mm. Alla fine della linea c’era la stazione di alcune teleferiche per il Monte Grappa».

Si ringrazia per le indicazioni documentarie e iconografiche il Colonnello Mario Pietrangeli, del Comando Militare Esercito Lombardia.

 

Foto a corredo dell’articolo: Direzione Armi e Armamenti, Spezia, Carro armato di cannone da 120/45 A 1918

Giuseppe Longo
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@longoredazione

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