Il figlicidio di Alimena: nonno Alù ha rotto il silenzio

Per difendere le proprie nipoti ha finito con l’uccidere il proprio figlio. Alimena è incredula di fronte a quanto è accaduto nel pomeriggio di domenica in via Trapani a due passi dalla caserma dei carabinieri. Giuseppe Alù è stato ucciso dal proprio padre che era diventato un nonno esasperato e disperato per la propria famiglia e i propri nipotini. Nonno Alù (nella foto), autista 61enne di scuolabus ad Alimena, ha raccontato tutto ai carabinieri. Ha rotto il silenzio e dopo avere ammesso di avere strangolato il proprio figlio avrebbe cercato di spiegare perchè l’ha fatto. Non tollerava più i modi di fare del proprio figlio che aggrediva le nipoti e rendeva a tutti la vita impossibile con continue richieste di denaro. Ora Antonino Alù si trova al carcere Cavalacci di Termini Imerese in attesa del processo. E’ accusato del reato di omicidio.

In paese un po’ tutti raccontano la storia del nonno che uccide il proprio figlio per difendere le proprie nipoti. Giuseppe, suo figlio, con precedenti per spaccio e separato dalla moglie, stava scontando i domiciliari in casa del padre. Proprio ieri domenica erano scaduti i termini della misura restrittiva. Per questo il 41enne si era recato in un bar del paese per festeggiare con qualche birra. Avrebbe però alzato un po’ troppo il gomito e così rientrato a casa all’ora di pranzo avrebbe iniziato ad alzare la voce e a picchiare le figlie. Antonino, stanco dell’ennesimo episodio di violenza, si sarebbe scagliato su Giuseppe. Alla scena hanno assistito anche le due figlie di 13 e 16 anni, uscite in strada dopo l’arrivo dei carabinieri e della scientifica. Una terza figlia, invece, non si trovava in casa perchè era andata a seguire il carnevale di Sciacca.

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