Due incendi, due Cefalù, 17 anni e due politiche della ricostruzione

Diciassette anni fa, il 27 agosto del 1999, l’allora presidente del consiglio dei ministri, Massimo D’Alema, dichiarava lo stato di emergenza per il territorio del comune di Cefalù interessato da un gravissimo incendio boschivo il 10 e 11 agosto. Dai giorni delle fiamme erano trascorsi appena quindici giorni. L’allora ministro dell’interno era Rosa Russo Jervolino, presidente della Regione siciliana Angelo Capodicasa e sindaco di Cefalù Simona Vicari. Da quel 27 agosto sono trascorsi diciassette anni. Quelle fiamme di tanti anni fa hanno provocato danni ad infrastrutture e servizi pubblici distruggendo la vegetazione agricola e boschiva. Danni di allora, comunque, che non sono paragonabili a quelli che si sono avuti lo scorso 16 giugno quando ad andare in fumo è stato un territorio molto più vasto con all’interno anche diverse abitazioni. La vicenda dell’incendio del 1999 si è conclusa con un significativo finanziamento di circa 15 miliardi di vecchie lire, che ha consentito di ricostruire il bosco, creare sistemi antincendio e risarcire i privati. Dall’incendio dello scorso 16 giugno, invece, sono trascorsi 72 giorni. A che punto è la ricostruzione? Ad oggi nessuna dichiarazione ufficiale è arrivata, attraverso note e comunicati, per spiegare a che punto è l’iter politico e burocratico che dovrebbe portare a Cefalù i soldi pubblici della ricostruzione. Due incendi, due Cefalù, 17 anni e due politiche della ricostruzione.

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