Cefalù sarà il simbolo delle rivendicazioni sicilianiste: parola di Vincenzo Figuccia

«Cefalù può conoscere il suo sviluppo se consideriamo questa cittadina come al centro di una serie di ricchezze e di risorse che sgrorgano dal territorio Madonita e che impreziosiscono la bellezza di Cefalù. Cefalù sarà il simbolo delle rivendicazioni sicilianiste che vedranno protagonisti tutti i cefaludesi e i madoniti che vorranno partecipare per restituire dignità al territorio». Lo afferma Vincenzo Figuccia,  Deputato regionale dell’Udc e leader del movimento CambiAmo La Sicilia, che, dopo avere preso posizione in estate su alcune problematiche cefaludesi, ha risposto ad alcune nostre domande.

In estate ha presentato tre interrogazioni su problematiche cefaludesi: acqua, ferrovia e ospedale. Perché ha deciso di essere presente con il suo movimento anche sul territorio cefaludese?
Si tratta di tre temi scottanti in questo importante Comune, vetrina internazionale per i flussi turistici. Tuttavia, non aspetterò riscontri da queste iniziative parlamentari per scardinare vecchie logiche autoreferenziali, frutto del passato. Non possiamo arrenderci ai disservizi. C’è una spinta popolare che senza dubbio sarà il pungolo di queste interrogazioni, basti pensare che ogni giorno decine e decine di sollecitazioni mi arrivano da tutta la Sicilia. C’è una coscienza civica attiva e impegnata. Guardi, mi viene in mente proprio come una mattina, come accade in tante altre occasioni, mi sono recato Cefalù e ho incontrato un gruppo di giovani che hanno deciso di aderire al movimento. Da lì è nata l’esigenza strutturare Cambiamo la Sicilia non solo a Cefalù ma nell’intero comprensorio. Pensi che oggi contiamo oltre 100 consiglieri comunali e referenti territoriali, una massiccia presenza caratterizzata dalla passione per i nostri temi, quelli sicilianisti, che mettono al centro insularità, defiscalizzazione della benzina, fiscalità di vantaggio e zone di economia speciale.

Come pensa di portare le idee del suo Movimento nel territorio di Cefalù?
Riavvicinando i giovani che si sono allontanati dalla politica. Sto organizzando degli incontri-dibattito rivolti a loro nei luoghi informali di incontro, puntando anche alle scuole. Dobbiamo anche partire non dall’idea della politica fine a sé stessa ma dalla conoscenza della nostra storia, delle nostre radici, della nostra identità. I nostri giovani devono riavvicinarsi alla storia della Sicilia, conoscere i contenuti e la matrice di un movimento che è anche di carattere ideologico e culturale ma soprattutto espressione di profonde motivazioni economiche. Una delle battaglie che sto portando avanti a livello nazionale è quella di garantire l’opportunità a ricchi e imprenditori del Nord Est italia, della Germania, dell’Austria, della Norvegia, di potersi trasferire qui in Sicilia. La mia proposta è quella di eliminare le tasse regionali IRPEF e IRAP su tutte, per quei pensionati che si trasferiscono nelle aree interne della nostra regione che sono a rischio spopolamento. Oggi tanta gente dal nord Europa va a svernare per diversi mesi dell’anno in Spagna o in Tunisia. Perché non offrirà invece come meta la nostra bellissima Sicilia? Dobbiamo essere attrattivi creando le condizioni perché la loro pensione goduta in Sicilia, abbia un potere d’acquisto superiore rispetto a quella che in questo momento ha nel loro Paese. Si tratterebbe paradossalmente di recuperare in termini di gettito fiscale perché quelle somme che vengono qui portate vengono reimmesse nel mercato attraverso gli acquisti, gli investimenti aumentando di fatto il prodotto interno lordo del nostro territorio.

Prendendo posizione su acqua, ferrovia e ospedale che risposta aspetta dal territorio cefaludese?
Spero di poter accendere le coscienze dal momento che parlare di acqua, ferrovie e ospedali, significa porre l’accento sul tema dei servizi essenziali. Se non ci sono infrastrutture diventa difficile realizzare ogni tipo di cosa e parimenti, se non ci sono servizi è veramente remota la possibilità di divenire attrattivi. Quindi è un modo da una parte per scuotere le coscienze affinché si possa prendere posizione su questi temi ma dall’altra, per dare un assist al governo regionale, perché possa impegnarsi su questi temi e rendere operativo questo genere di azioni.

Quali battaglie siciliane attendono Figuccia per il prossimo autunno?
Siamo partiti attraverso il risultato dell’approvazione in commissione affari istituzionali della norma sulla modifica dello Statuto per inserire il principio di insularità. Questo iter tuttavia, è stato bloccato da un accordo d’Aula tra il presidente dell’assemblea e la capigruppo dove si è deciso di avviare il processo che porterà al referendum popolare. Optare per questo iter ha di fatto bloccato la modifica dell’articolo 38 dello Statuto. Non vorrei che questo sia stato soltanto un escamotage; fino ad ora questi ragionamenti hanno avuto dalla loro parte l’estate e l’interruzione del lavori d’aula ma con la ripresa dei lavori, il Parlamento e la commissione Statuto non hanno molto tempo per fare ancora a melina. “Ha squagghiatu a cira si virinu i pirtusa”

Quindi sarà referendum o è stato soltanto un modo per temporeggiare e insabbiare la modifica statutaria e con essa, il principio di insularità?
Qualora dovesse essere la seconda, questa sarà la battaglia madre che caratterizzerà il mio impegno in questo nuovo avvio di legislatura. E Cefalù che è “Porta delle Madonie” può conoscere il suo sviluppo se consideriamo questa cittadina come al centro di una serie di ricchezze e di risorse che sgrorgano dal territorio Madonita e che impreziosiscono la bellezza di Cefalù. Cefalù è la patria di queste battaglie, Cefalù sarà il simbolo delle rivendicazioni sicilianiste che vedranno protagonisti tutti i cefaludesi e i madoniti che vorranno partecipare per restituire dignità al territorio. Quella dignità che va riconquistata con ogni in mezzo; non possiamo restare indifferenti davanti alle scene di sofferenza nella quale ogni giorno tutti noi ci imbattiamo: concittadini anziani che cercano nella spazzatura, aumento di spaccio e criminalità, dispersione scolastica a livelli macro. È il disagio e la disperazione che si respira nella nostra Sicilia frutto della negligenza di Roma che ha continuato a guardare il proprio ombelico piuttosto che fare gli interessi di tutti. Prendendo consapevolezza di questo scenario così difficile, Cambiamo la Sicilia non ci sta. Dentro di noi battono ancora i cuori colmi di un sano orgoglio sicilianista, pronti ad organizzarsi e a scontrarsi con un sistema iniquo che ci ha tolto abbastanza”.

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