E’ il giorno degli Eroi del mare: da cefalunews una dedica speciale ai bagnini cefaludesi

L’1 marzo per la città di Cefalù è festa. Si ricorda, infatti, quanto accaduto l’1 marzo del 1951 quando sette pescatori cefaludesi salvarono dalla morte cinque loro colleghi della marineria di Arenella. Cefalunews, che ha fatto conoscere la loro storia tenuta nel silenzio per ben 63 anni, dedica questa giornata ai bagnini cefaludesi. Per questo nell’arco della giornata farà conoscere la storia di alcuni bagnini. L’intento è di raccogliere tutte le biografie dei tantissimi bagnini cefaludesi. Molti di loro non vogliono far conoscere la propria storia. Invitati a raccontarla si rifiutano a parlare. Poi quando leggono le loro storie dei loro colleghi ci chiamano per sapere come mai la loro storia non è stata pubblicata. A tutti vogliamo fin d’ora rispondere dicendo che nessuna storia si può raccontare se il protagonista non è disponibile a raccontarla.

La città di Cefalù si distingue per la presenza fra le sue mura di tante persone che, per la presenza del mare, sfidano le onde per salvare bagnanti in difficoltà. L’1 marzo di due anni fa cefalunews ha consegnato un diploma di ringraziamento ad un centinaio di bagnini cefaludesi. Oggi a partire dalle ore 9.00 pubblicheremo alcune loro storie. Chi non si dovesse ritrovare fra queste storie, ma ha una propria storia di bagnino da raccontare, potrà farlo inviandola, insieme ad una foto, alla nostra redazione.

Ecco la storia dei sette eroi del mare. Era l’alba del 28 febbraio quando la motobarca “Franco”, della marina di Arenella, con a bordo cinque uomini salpava per il normale lavoro di ogni giorno. Il tempo era incerto ma i cinque marinai pur di portare il pane a casa si mettono lo stesso in mare. Quando la motobarca arriva al largo viene colta da una forte mareggiata. All’inizio i cinque cercano in tutti i modi di tornare a riva ma quando si guasta uno dei motori dell’imbarcazione tutto diventa difficile. Per loro il ritorno a casa diventa un miraggio. Più che rientrare con la loro barca vengono spinti verso il largo. I cinque perdono ogni speranza e con loro anche i propri cari che non li vedono tornare a casa. Persino le autorità marittime di Palermo si arrendono dopo averli cercato invano con un rimorchiatore. Trascorrono trentasei ore. Tutto sembra finito. A bordo anche un bambino.

Ogni speranza è perduta fino a quando sette pescatori di Cefalù avvistano una imbarcazione che in alto mare andava alla deriva. Decidono di raggiungerla al largo incuranti del pericolo. Quando si avvicinano si accorgono che al suo interno vi erano alcune persone sfinite. Pescatori che avevano perso ogni speranza in attesa di essere presi dalla morte. I sette cefaludesi sfidano la furia del mare e delle onde e mettono in salvo i cinque naufraghi. Per sei ore sfidano il mare e la sua furia. Il tempo di metterli sulla loro barca che la motobarca viene inghiottita fra le onde.

I sette cefaludesi, senza saperlo, diventano degli eroi. Ricevono il grazie dei cinque naufraghi e delle loro famiglie. Per loro, l’indomani, il 2 marzo anche l’encomio dell’allora sindaco Giuseppe Giardina e della giunta comunale. Sono le 19 quando il primo cittadino e gli assessori Vincenzo Maggio, Nicolò Mogavero e Emanuele Citrano dichiarano pubblicamente: «La prova di grande coraggio dell’alto spirito di abnegazione e di umana solidarietà data dai sette pescatori di Cefalù e vissuta per oltre sei ore sotto la bufera del vento e di pioggia da centinaia di altri è degna del più alto encomio e della massima ammirazione».

Ecco i nomi dei sette eroi del mare: Carmelo Fertitta, Salvatore Portera, Giuseppe Machì, Santo Aquia, Giuseppe Fertitta, Giovanni Cefalù e Giovanni Glorioso.

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