Perché fa male bere il tè dopo avere pranzato? Ecco la risposta

Perché fa male bere il tè dopo avere pranzato? Secondo alcuni nutrizionisti bere il tè dopo un pasto interferisce con l’assorbimento del ferro. L’acido tannico nel tè, in altre parole, si lega a proteine e ferro nel nostro cibo, impedendo al nostro corpo di raccogliere i benefici di digerirli. Tutto questo comporta una riduzione del 87% dell’assorbimento di ferro. E poco ferro può causare l’anemia, una carenza di globuli rossi che provoca estrema stanchezza, debolezza, pelle pallida, dolori al petto, vertigini, mani e piedi freddi, unghie fragili e mancanza di appetito. Il tè va bevuto a metà pomeriggio e a metà mattina, quindi non immediatamente dopo aver mangiato. Secondo uno studio portato avanti da ricercatori spagnoli il tè rosso ha la capacità di proteggere il fegato dall’accumulo di grassi e prevenire disturbi metabolici. Per questo può essere assunto ogni giorno, come tisana dopo pasto, per aiutare digestione, o durante la giornata, come spuntino ipocalorico e depurativo. Questo particolare tè rosso se bevuto dopo un pasto abbondante o ricco di grassi, protegge le cellule e abbassa i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue.

Qual è il momento migliore della giornata per bere il tè? Il tè ha due vantaggi: supporta il sistema digestivo e contiene teina che può aumentare i livelli di energia. Per la maggior parte delle persone i livelli di energia sono bassi al mattino. Pertanto, il momento migliore per prendere il tè è dopo la colazione. Attenzione, però perché non è consigliato berlo a digiuno. In genere è consigliato dopo 20 minuti circa dal pasto, ma questa tempo potrebbe essere diverso da persona a persona poiché dipende dalle condizioni personali. Il consiglio è di evitare di bere tè a sera prima di dormire. Quanto tè si può bere a giorno? Chi è sensibile alla teina dovrebbero berlo solo al mattino. Se la teina non vi influenza molto si possono anche bere circa 3-5 tazze al giorno.

Quando non è indicato bere il tè verde? Il tè verde ha un alta concentrazione di caffeina. Un eccessivo consumo potrebbe causare vomito. I tè verdi giapponesi, inoltre, causano insonnia nel caso in cui li si prenda a un orario non adeguato, come per esempio nelle ore serali o prima di andare a dormire. Numerosi studi hanno dimostrato che il tè verde alza i livelli di pressione del sangue. Quindi per chi soffre di pressione alta questa bevanda è sconsigliata. La caffeina inibisce l’assorbimento del calcio. Il consumo prolungato di tè potrebbe portare a malattie delle ossa come l’osteoporosi. Chi è affetto da un’infezione delle vie urinarie dovrebbe evitare di bere il tè verde. Questa bevanda, infatti, porta a una frequente minzione e l’andare in bagno troppo spesso può causare dei fastidiosi bruciori. Il tè verde non è indicato per i denti in quanto contiene i tannini che possono provocare macchie ai denti. Il tè verde può intervenire nell’azione di alcuni farmaci come la sibutramina. È necessario leggere il foglio illustrativo prima di continuare a prendere queste infusioni. In caso di dubbi occorre rivolgersi al proprio medico. Il tè verde complica l’assorbimento del ferro negli alimenti. Se preso durante il pasto potrebbe dare dei problemi. E’ meglio prenderlo circa 30 minuti dopo aver mangiato. Il tè verde non è indicato a donne incinte e bambini. Il tè verde non deve essere consumato durante la gravidanza e l’allattamento. Il tè verde non è raccomandato per le donne incinte. Secondo uno studio, può influenzare il sistema nervoso dei bambini.

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