Perché non bere bibite gassate dopo le patate fritte? Risponde la medicina

Perché non bere bibite gassate dopo le patate fritte? «I grassi rallentano molto la digestione, i cibi fritti, pertanto, rallentano lo svuotamento gastrico e questi tempi dilatati favoriscono fermentazione e gonfiore. Molti utilizzano le bibite gassate come ausilio per la digestione in realtà si tratta di bevande ricche di zuccheri fermentescibili e di gas che gonfiano la pancia come un palloncino. L’anidride carbonica contenuta nelle bevande tende a risalire dallo stomaco dando la falsa impressione di digerire, in realtà nulla ha a che vedere con i processi digestivi che dureranno ore», Lo afferma Manuela Pastore, dietista dell’ospedale Humanitas. In altre parole bere una bibita gassata dopo un frittura alza i livelli di infiammazione nel nostro corpo. Le patatine, inoltre, sia quelle fritte al momento che quelle imbustate, danno assuefazione, perché ricche di carboidrati, grassi, olio in cui vengono fritte, e sale. Si tratta quasi sempre di cibo spazzatura o comunque ricco di carboidrati e grassi, che fanno ingrassare. Un consumo eccessivo, quindi, porta dritto al sovrappeso. Meglio disintossicarsi pian piano riducendo le porzioni. Il consiglio è di bere della buona acqua naturale dopo avere mangiato anche le patatine fritte.

Quali sono i rischi delle bibite gassate? Le bibite gassate sono ricche di zuccheri e di dolcificanti e aumentano l’introito giornaliero di calorie. Tutto questo favorisce l’obesità. L’impiego di dolcificanti artificiali all’interno delle bibite gassate è molto frequente. L’assunzione di alcuni dolcificanti artificiali sarebbe stata legata al rischio di cancro. Le bibite gassate aumentano il rischio del diabete. La presenza di coloranti artificiali di dubbia provenienza come la tantrazina, utilizzata non soltanto nelle bibite gassate, ma anche in caramelle, gelati, yogurt e minestre confezionate, è stata correlata allo sviluppo di iperattività nei più piccoli. Il consumo di bibite gassate abitua le papille gustative ad avvertire un sapore artificialmente dolce. Questo sapore verrà ricercato nel momento in cui ci si dedicherà a gustare altre bevande o alimenti. Si ha così un’alterazione della percezione del gusto.

Come friggere la patate? Anzitutto bisogna saper preparare le patate. Per questo dovranno essere di buona qualità e abbastanza “giovani”. Più sono vecchie le patate e più tendono a sviluppare amido che è il vero nemico della frittura. Punto cruciale di un’ottima patatina fritta è il risciacquo delle patate appena tagliate. occorre immergerle in una scodella profonda riempita di acqua fredda di rubinetto. Diventerà subito torbida. Significa che le patate iniziano a perdere l’amido. Le patate vanno tenute a bagno per una trentina di minuti. Occorre sciacquarle spesso finché l’acqua non sarà limpida. A questo punto scolatele e asciugatele bene in un paio di canovacci spessi, facendo attenzione che restino fredde. A questo pinto quale olio scegliere? Il migliore è quello di semi di arachide, che però è sconsigliato agli allergici, seguito da quello di girasole e da quello di oliva. Attenzione va posta anche alla pentola nella quale friggere le patate. La classica frittura si è sempre fatta in padella ma è un piccolo errore da rimediare. Per ottenere patate fritte perfette fatte in casa è meglio una casseruola di metallo o di ferro, da riempire di olio almeno per metà. Occorre scaldare l’olio a fuoco medio finché non vedrete piccolissime bollicine sulla superficie, simbolo di olio caldo ma non bollente. A questo punto le patate ben asciutte vanno immerse nell’olio caldo. Rialzare la fiamma. Lo shock termico freddo/caldo aiuterà la formazione della crosticina che protegge le patate dal rischio di impregnarsi di olio. Le patate vanno cotte per qualche minuto finché non saranno dorate.

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