Coronavirus | Social media responsabili di diffondere informazioni errate | Cosa rivela uno studio americano

Un nuovo studio ha scoperto che i social media sono la principale fonte di diffusione di notizie false sull’infezione da coronavirus. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Harvard Kennedy School of Misinformation Review” ed ha rivelato che le persone che si basavano sui social media e su Internet, all’inizio della pandemia, erano più disinformate e probabilmente credevano nelle teorie cospirative sul virus COVID-19. Lo studio ha scoperto che oltre il 23% delle persone credeva che i cinesi avessero creato il virus come arma biologica mentre il 21% riteneva che l’assunzione di vitamina C potesse prevenire l’infezione da coronavirus. Secondo i ricercatori, l’uso dei social media è associato a livelli più bassi di informazioni e livelli più alti di disinformazione. Elaborando i risultati i ricercatori hanno notato che le persone che utilizzano i social media Facebook, Twitter e Youtube avevano maggiori probabilità di credere che la vitamina C potesse prevenire l’infezione del coronavirus. E intanto il coronavirus mieteva vittime. Gli ultimi dati aggiornati della Johns Hopkins University parlano di 3.041.550 casi e 211.159 decessi. Solo negli Stati Uniti i contagi sono 988.451 e 56.245 i decessi. Dopo gli Usa, il Paese più colpito risulta essere la Spagna con 229.422 casi e 23.521 morti. Negli Usa sono morte 1.303 persone nelle ultime 24 ore. Durante la guerra in Vietnam, in 20 anni, dal 1955 al 1975, morirono 58.220 americani di cui 47.343 in combattimento.

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