Coronavirus: i tre errori da non fare. Parla un ufficiale americano del servizio di intelligence epidemiologica

«Il primo e il più grande errore che possiamo fare è porre fine troppo presto all’allontanamento fisico». Lo afferma il dott. Seema Yasmin, direttore della Stanford Health Communication Initiative e ufficiale nel servizio di intelligence epidemiologica negli Stati Uniti. «Se ci affrettiamo a riaprire, potrebbe portare nuovamente alla diffusione incontrollata del virus». Insomma l’idea non è quella di fermare completamente la diffusione del virus. Ciò sarebbe stato possibile nelle primissime fasi della pandemia, mettendo in quarantena strettamente quelli esposti al virus per impedire al patogeno di diffondersi in tutto il mondo. Ma a questo punto, la nostra unica speranza è di appiattire la curva o rallentare il tasso di nuovi casi. Ciò impedirà agli ospedali statunitensi e del mondo di traboccare di pazienti Covid-19.
Parlando di ospedali, secondo Yasmin, il secondo grande errore che possiamo fare è non prepararli per un’altra ondata di pazienti. Nel caso dell’influenza pandemica del 1918 più persone sono morte a causa della seconda e terza ondata rispetto alla prima ondata. «Dato che è probabile che si verifichi un’altra ondata di Covid-19, dobbiamo assicurarci che gli ospedali abbiano tre cose» afferma Yasmin. Hanno bisogno di medicinali comprovati per curare il virus, hanno bisogno di dispositivi di protezione sufficienti per medici e infermieri e hanno bisogno di abbastanza letti e ventilatori.
«Abbiamo anche bisogno di molti più test diagnosti – afferma Yasmin. – Attualmente negli Stati Uniti stiamo testando circa 150.000 persone al giorno, ben al di sotto dei test da 500.000 a 700.000 giornalieri».  Yasmin afferma che dobbiamo occuparci di questo. Più test ci consentono di monitorare meglio la diffusione della malattia attraverso la tracciabilità dei contatti . «È una tecnica di sanità pubblica della vecchia scuola, ma lascia che te lo dica, la traccia dei contatti è stata la pietra angolare di ogni importante indagine sull’epidemia di malattie infettive» afferma Yasmin.
Chi è Seema Yasmin. Professore assistente clinico, Medicina – Assistente primario e salute della popolazione. Seema Yasmin ha prestato servizio come ufficiale nel servizio di intelligence epidemiologica presso i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, dove ha studiato epidemie ed è stata la principale ricercatrice di numerosi studi CDC. Per ascoltare quanto dice Seema Yasmin  basterà collegarsi a questo video ed ascoltare dalla sua viva voce l’analisi che diffonde al mondo intero.

 

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