Il prosciutto cotto può mangiarlo chi ha la pressione alta? Risponde la medicina

Il prosciutto cotto può mangiarlo chi ha la pressione alta? Il prosciutto cotto è una carne conservata  che proprio per questo contiene notevoli quantità di cloruro di sodio, ovvero il sale da cucina, e diverso additivi alimentari. Sale e additivi che contiene spingono a considerare il prosciutto cotto un alimento che dovrebbe essere consumato con particolare moderazione da quelle persone affette da ipertensione ovvero che hanno la pressione alta. Assumere troppo sodio, infatti, peggiora la condizione patologica. Il prosciutto cotto inoltre andrebbe evitato da quelle persone sensibili a certe molecole, come ad esempio gli intolleranti al lattosio o gli allergici alle proteine del latte. Di contro, è bene aggiungere, il prosciutto cotto apporta un certo quantitativo energetico da considerare di tutto rispetto.

Come viene prodotto il prosciutto cotto? Il prosciutto cotto viene prodotto attraverso diverse fasi fisse e mai sostituibili. All’invio la coscia di maiale viene disossata e frollata per alcuni giorni ad una temperatura di 6-8°C. A seguire c’è la salatura che si applica per iniezioni di salamoia infra-muscolo. Questo procedimento può durare anche fino a 70 ore. Segue la cottura (70°C), che avviene a vapore ma con l’utilizzo di un apposito stampo. Si passa al raffreddamento-stoccaggio, in cella frigorifera, ad una temperatura che sfiora gli 0°C. A seguire abbiamo, infine, la mondatura e gli ultimi passaggi del confezionamento e dalla pastorizzazione del prosciutto cotto.

Quali additivi contiene il prosciutto cotto? Il prosciutto cotto, proprio perché fa parte della categoria delle carni lavorate, non può esistere senza l’aggiunta di molecole conservanti. Tra questi conservanti alcuni sono puramente naturali come il sale della salamoia. Altri conservanti invece sono registrati nell’elenco degli additivi alimentari. I conservanti più utilizzati nel prosciutto cotto sono i nitriti e i nitrati (E240-E259), ma non mancano: glutammati (E620-629), polifosfati (E450-459), latte in polvere e/o caseinati, e ascorbati (E300-E309). Tutte sostanze che vanno sempre considerate da chi assume il prosciutto cotto soprattutto per i rischi a cui si va incontro con la propria salute.

Il prosciutto cotto si può consumare in gravidanza? Il prosciutto cotto possiede un notevole vantaggio igienico che spinge a farlo consumare anche a chi è in gravidanza. Il prosciutto cotto, rispetto ai salumi crudi, proprio perché cucinato il suo consumo è concesso anche in gravidanza. Non esiste infatti il rischio di infestazione parassitaria o tossinfezione alimentare batterica che si potrebbe avere con i salumi crudi. Tuttavia, è bene ricordare, il prosciutto cotto apporta discrete quantità di nitrati e nitriti che sono molecole che, se introdotte eccessivamente nel proprio corpo, sono potenzialmente responsabili della liberazione di nitrosamine tossiche che portano cancerogenesi dello stomaco.

Quando non va mangiato il prosciutto cotto? Il prosciutto cotto contiene lattosio e proteine del latte. Contiene anche grassi saturi e colesterolo. E’ quindi un cibo da cui guardarsi per chi soffre di dislipidemie, poiché l’alto contenuto di grassi totalmente saturi rende il prosciutto cotto sconsigliato sicuramente per chi soffre di diabete. Il prosciutto cotto contiene anche istamina. In caso di intolleranza o allergia è sconsigliata l’assunzione di prosciutto cotto. Attenzione ai nitriti e ai nitrati contenuti dal prosciutto cotto. Questi particolari composti sono possibili cause di tumore gastrointestinale. Ecco perché è sconsigliato mangiare troppo prosciutto cotto. Sarebbe meglio evitarlo in presenza di tumori in famiglia.

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