Caltavuturo: un paese avvolto dalla paura per il covid, 84 positivi

Caltavuturo è in questi giorni un paese avvolto dalla paura per ill Covid che si difende sempre di più fra i residenti. Al 18 aprile sono 84 le persone positive e 129 quelle in isolamento. Il Parroco don Cris, per alla festa di san Giuseppe, che da sempre è particolarmente sentita dai residenti, ha scritto una preghiera che ha pubblicato sul suo profilo facebook. «Caro San Giuseppe, oggi nel nostro Paese, vuoto e silenzioso, viene quasi difficile immaginare che sia il giorno della Tua festa. Oggi non ci siamo svegliati con i botti, non sentiremo il rullo dei tamburi, non verranno i tanti tantissimi fedeli a venerarti, non sentiremo l’invocazione dei Tuoi Confrati “Viva San Giuseppe!” Non sentiremo suonare la banda musicale per le vie del nostro Paese. Non vedremo i Bambini correre per le strade felici e spensierati. Niente pane da distribuire a tutti alla fine delle Messe, niente pasti tipici, che richiamano la tradizione della festa. Oggi la nostra Comunità trascorrerà questo giorno, molto importante, in silenzio, solo in silenzio, tanto silenzio!». Un silenzio dettato dal fatto che in pochi giorni il covi ha preso il sopravvento fra la gente al punto che il comune è stato dichiarato Zona Rossa.

«Fa che la paura non prenda il sopravvento, la preoccupazione non spenga la speranza che tutto finirà presto, la paura non spenga la certezza del bene, che tutti cerchiamo. Oggi, caro San Giuseppe, non saremo noi ad accompagnarti, ma accompagnaci Tu!  Cammina per le vie del nostro Paese, soffermati davanti alle porte dei nostri Malati, davanti a chi vive, in questo periodo, in isolamento.  Fermati con gli Anziani soli, nelle piazze dove di solito si soffermavano i nostri Giovani, davanti la Scuola dove ogni giorno tanti Ragazzi e Bambini si recavano, proteggili e custodiscili, come hai fatto con Gesù.  Non Ti dimenticare dei Loro Genitori, che con tanta difficoltà combattono ogni giorno per il Loro bene. Dagli la saggezza di un sano discernimento, giusto ed equo. Soffermati a parlare con chi è in cerca di lavoro, con chi vive nell’incertezza, soffermati con tutti e ciascuno di noi. Quando usciremo da questo momento, ritorneremo certamente a farti festa, a venirti a trovare. Ci ritroverai, lo spero tanto, più saldi nella fede, più convinti di essere cristiani consapevoli e ferventi, che sanno dare la testimonianza del Signore nella nostra quotidianità, perché abbiamo imparato che nulla è dato per scontato, ma che tutto fa parte di un disegno divino a volte incomprensibile».

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