Breve storia dei videogame: dai vecchi pc allo smartphone

Quando sono nati i videogame? Come hanno fatto ad assumere l’aspetto che conoscono oggi? Ormai milioni di ragazzini e migliaia di adulti si divertono schiacciando una serie di pulsanti su un controller, ma già diversi decenni fa c’era chi provava a trovare questo tipo di svago con mezzi molto più modesti. Basti pensare che nel 1947 nacque il primo vero gioco riproducibile su tubo catodico. Il Cathode-ray tube amusement device era un progetto americano, che vantava 8 valvole termoelettroniche e chiedeva al giocatore di lanciare una sorta di missile verso un bersaglio.

In un tempo in cui nessuno si domandava cosa fossero hardware e software, la grafica veniva realizzata addirittura attraverso pellicole trasparenti da applicare sullo schermo, così da inquadrare i punti da colpire. La stessa tecnica fu poi impiegata dal Magnavox Odyssey per ottenere il colore sugli schermi che erano ancora in bianco e nero. I giocatori non avrebbero dovuto far altro che ruotare delle manopole per modificare traiettoria e velocità dei corpi in movimento, ma a causa dei costi importanti il Cathode-ray tube amusement non fu mai messo in commercio. 4 anni dopo arrivò quindi il primo vero computer per giocare, Nimrod, mentre il primo videogioco propriamente detto viene individuato in OXO, una specie di tris pensato per computer EDSAC, sempre con tubo catodico.

Nel dopoguerra la fantasia videoludica si limitava alle situazioni belliche più banali, per cui non sorprende sapere che il primo videogame largamente distribuito fu nel 1962 “Spacewar!”, in cui un giocatore doveva provare ad abbattere con la propria astronave quella dell’altro. Solo dagli anni ’80 in avanti la storia dei videogiochi iniziò a prendere una piega ancora più seria, soprattutto grazie al dominio della Nintendo. Fu in quel periodo che nacquero personaggi come Super Mario e Donkey Kong, ancora oggi icone del settore dell’intrattenimento. Eppure il NES apparteneva già alla terza generazione di console, in quanto fu preceduta dalla succitata Magnavox Odissey e dall’Atari 2600, che però non ottennero lo stesso successo.

Gli anni ’90 vengono ricordati per la lunga sfida tra Nintendo e SEGA, che approdarono nell’era dei 16 bit portando a compimento le saghe principale delle rispettive mascotte, vale a dire il solito Mario e Sonic The Hedgehog. Sul finire del secondo millennio, ecco che cominciò l’epoca del 3D. La PlayStation era inizialmente stata pensata come supporto aggiuntivo del Super Nintendo, ma alla fine è diventata una console a sé e ha sbaragliato facilmente anche il Nintendo 64. Con l’avvento della PlayStation 2 il mercato si è sensibilmente rivoluzionato e si è fatto avanti anche il concetto di gioco online. Oggi la console war è tra PlayStation e Xbox.

Le realtà videoludiche moderne attingono a piene mani dagli esempi del passato. Ormai giocare a distanza con persone in carne ed ossa è diventata un’attività ordinaria per i gamer. L’industria dei videogame si è espansa anche grazie al comparto mobile: gli smartphone possono installare numerose app a totale discrezione dell’utente e le software house ne hanno approfittato per proporre un’infinità di giochi negli ultimi 15 anni. Lo store digitale ha preso il posto degli scaffali dei negozi specializzati, una pagina web di slot può contenere anche più scelte rispetto a una sala dal vivo. L’evoluzione dei videogame è stata dunque ammirabile, ma tra cloud gaming, metaverso e quant’altro appare chiaro che è ancora lontana dal raggiungere il proprio apice.

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