L’intervento di restauro della tela «San Francesco sul Monte La Verna» di Tommaso Lo Monaco, risalente al 1836, è stato basato sulle normative e sui principi del restauro moderno seguendo il criterio del minimo intervento e all’utilizzo di materiali riconoscibili, reversibili e compatibili con quelli originali.
L’opera, custodita nella chiesa di Santa Maria di Gesù a Gratteri (Pa), è stata sottoposta a un intervento dei dottori Massimo Falletta e Maria Antonietta Ceresia.
L’intervento di restauro – sottolineano – nasce dalle volontà dell’ormai defunta, SIGNORINA GIOVANNA DI FRANCESCA, la quale era molto devota ai FRATI DELL’ORDINE FRANCESCANO e grazie al suo finanziamento si proceduto è al recupero di una delle pale d’altare presenti all’interno della chiesa di Santa Maria di Gesù di Gratteri.
Un grazie a Don Nicola parroco di Gratteri, per averci incaricato nello svolgere questo restauro e per aver posto a nostra disposizione i locali della chiesa di di Santa Maria di Gesù, permettendoci cosi di svolgere le singole fasi del restauro.
La Chiesa di Santa Maria del Gesù é una delle più antiche del paese, risalente al sec. XII. Alla Chiesa vi era annesso il Convento che dal 1500 fino al 1886, ha ospitato i Frati Minori Conventuali di San Francesco d’Assisi. In detto
convento, nei primi decenni del sec. XVI si formò P. Sebastiano Majo da Gratteri passato in seguito all’Ordine Cappuccino e celebre fondatore del Convento di Maria S.S. di Gibilmanna. E ciò spiega a presenza opere dedicate a San Francesco e ai frati del suo Ordine.
Qui la descrizione di solo alcune fasi dell restauro. Rimandiamo ad altra sede i dettagli tecnici.
“Il restauro diretto – spiegano – ha avuto come primo obiettivo la messa in sicurezza del dipinto, in tal senso sono state effettuate operazioni quali la rifunzionalizzazione del telaio, la foderatura del supporto e il risanamento dei difetti di adesione e dei sollevamenti.
Il secondo scopo dell’intervento è stato il recupero delle peculiarità del tessuto figurativo ottenuto con la pulitura della superficie dalle sostanze soprammesse alterate, la reintegrazione plastica e pittorica delle lacune, la verniciatura finale”.
La prima operazione effettuata ha previsto lo smontaggio della tela dalla cornice lignea dorata.
Si è quindi proceduto con la spolveratura dell’opera mediante pennellesse a setole morbide per la rimozione meccanica dello strato di polvere e di depositi incoerenti sulla superficie del dipinto supportata da micro aspirazione.
“Con la conclusione dell’intervento di restauro il dipinto si trova in condizioni di sicurezza che ne permette la conservazione al futuro, l’opera è stata liberata dalle alterazioni che offuscavano l’immagine. Oggi si è recuperata la giusta percezione dei volumi, delle pennellate rese dalla mano dell’abile pittore, offrendo allo spettatore piena godibilità sia ad una visione d’insieme che nell’osservazione del dettaglio. Inoltre, per una corretta conservazione del dipinto è stata ripristinata anche la parete della cappella, che presentava infiltrazioni di umidità e che ha inevitabilmente interessato anche il dipinto innescando quei fenomeni di degrado già descritti precedentemente”.