Cari ragazzi che oggi celebrate il Giorno della Memoria, vorrei essere con voi, guardarvi in volto, negli occhi, conoscere ognuno di voi. Non è possibile a causa della mia età e della stanchezza e quindi ecco le parole che vorrei riportarvi a voce: ll mio impegno, la mia missione, è tramandare la Memoria, in un mondo pieno di ingiustizie è l’unico vaccino contro l’indifferenza.” “Sui vostri monumenti alla Shoah non scrivete violenza, razzismo, dittatura e altre parole ovvie, scrivete ‘indifferenza’: perché nei giorni in cui ci rastrellarono, più che la violenza delle SS e dei loro aguzzini fascisti, furono le finestre socchiuse del quartiere, i silenzi di chi avrebbe potuto gridare anziché origliare dalle porte, a ucciderci prima del campo di sterminio”. Oggi è passato tanto tempo, quasi tutti i testimoni sono morti.
Dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ripetersi. “Ricordare è sempre importante”. Il razzismo non è mai sopito, oggi riemerge è in molte forme, così come l’indifferenza generale, quando i senza nome eravamo noi ebrei. Oggi percepisco la stessa indifferenza per quelle centinaia di migranti che muoiono nel Mediterraneo, vorrei che tutti partecipassero con pietà e umana commozione al dramma di tanti bambini resi orfani e adulti perseguitati o cacciati di casa, ora come allora. Io sono una nonna, ho tre nipoti maschi, i miei gioielli, poco più grandi di voi. Quando sono diventata nonna del primo, Edoardo, ho capito che era arrivato il momento di iniziare a parlare, raccontare la mia storia.
Lo faccio per quei sei milioni di persone che non hanno potuto tornare e raccontare. Voi ragazzi siete i miei nipoti ideali, dopo tanti anni vi conosco bene come interlocutori, siete un pubblico straordinario, attentissimo, la vera eredità di testimonianza. Finché avrò fiato continuerò a portare il mio messaggio tra voi. Non posso pensare che tutti diventerete “candele della Memoria” ma se anche solo uno coglierà il testimone, saprò che ne è valsa la pena. La violenza, l’odio, la vendetta non devono mai avere il sopravvento sulla vostra umanità. Nella mia storia parlo di morte, di orrore e di odio, ma racconto anche la forza travolgente della vita e il ripudio alla vendetta e alla violenza. “Non dite mai: non ce la faccio, siamo fortissimi e dentro di noi si celano energie sconosciute”. Il mio messaggio vi invita a non dimenticare la tragedia e l’orrore che è stata la persecuzione razziale, ma vuole essere un invito a non perdere mai la speranza e a camminare, una gamba davanti all’altra. Che la marcia che vi aspetta sia la marcia della vita.
Un abbraccio a tutti.
Liliana Segre.