F1: Vettel batte le Mercedes. Il digiuno “rosso” è finito. Che esordio per Giovinazzi!!

MELBOURNE (Australia) – Si è aperto nel segno della Ferrari il Mondiale 2017 di F1. Sebastian Vettel ha vinto il GP d’Australia al termine di una corsa che l’ha visto in testa per metà gara. 553 giorni per tornare a sorridere: un’eternità in Formula 1, soprattutto quando porti in giro per il mondo la griffe del Cavallino Rampante. Dopo la vittoria a Singapore, 20 settembre 2015, Vettel e la Ferrari sono entrati passo dopo passo in una sorta di girone infernale. Progetti infelici, sviluppi controproducenti e la Mercedes che volava avevano portato il morale del gruppo ai minimi storici. Poi la svolta, rappresentata dalla rivoluzione avviata da Sergio Marchionne nell’estate del 2016. Una scelta rischiosa quella della Ferrari autarchica, con nomi e volti cresciuti all’interno della squadra inseriti nei ruoli chiave al posto dei fin troppo celebrati tecnici stranieri. Mattia Binotto ha riorganizzato il reparto rendendolo più efficiente, mentre la presidenza, dopo i proclami che avevano portato poca fortuna un anno fa, imponeva la regola del silenzio. Alle prese con un nuovo regolamento tecnico i progettisti hanno avuto la possibilità di rischiare, esplorando nuovi limiti. Già nei test di Barcellona gli uomini in rosso avevano cancellato l’espressione cupa e preoccupata stampata da mesi sui rispettivi volti. Il tedeschino della Ferrari ha approfittato dell’aiuto involontario di Verstappen, che ha rallentato Hamilton dopo il primo (e unico) pit-stop. L’inglese si è piazzato secondo davanti al compagno di team Bottas e all’altra rossa di Raikkonen. Quinto Verstappen, ritirato Ricciardo. Giovinazzi ha esordito col 12° posto. Nessuno avrebbe scommesso un euro sul tripudio rosso (le Mercedes si sono nascoste durante i test al Montmelò ci hanno ripetuto fino a quasi farci nauseare) e pure le prove non lasciavano prevedere niente di particolarmente buono perché Lewis Hamilton sembrava di un altro pianeta. Invece, ancora una volta, Vettel e la Ferrari hanno stupito tutti e iniziato col piede giusto la nuova stagione. E se è vero che di solito (13 volte su 20), chi vince in Australia, poi si laurea campione del mondo… Per ora godiamoci questa gioia, la 43.a nella carriera del formidabile tedesco e la prima per la Ferrari da Singapore 2015. Poco importa che Hamilton abbia superato i 3mila giri in testa, unico insieme al mito Schumacher. Stavolta contava tagliare per primo il traguardo e a riuscirci è stato Vettel. Magari anche grazie a una piccola mano di Max Verstappen, che è rimasto davanti a Hamilton dopo il primo pit-stop (anticipato dall’inglese), favorendo il sorpasso ai box della Ferrari numero 5. Che, bisogna dirlo, poi ha allungato e si è tenuta un margine di grande sicurezza. Segno che la SF17H è veloce e costante e lo sanno bene anche alla Mercedes, con Toto Wolff che ha battuto i pugni sul tavolo al momento del passaggio di consegne. Bene così. Emozione rossa a parte, la gara è stata piuuttosto noiosetta, con Valtteri Bottas terzo senza infamia e senza lode e Kimi Raikkonen mai in grado di impensierirlo. Anzi, il finlandese, si è dovuto guardare dal forcing finale di Verstappen, al quale ha risposto col giro veloce durante gli ultimi chilometri di corsa. C’era tanta attesa anche per il debutto di Antonio Giovinazzi, primo italiano al via dopo sei anni senza il tricolore in pista. Il pilota pugliese, al volante della Sauber dell’infortunato Wehrlein, si è difeso, chiudendo poco fuori dalla “Top 10”. Non male per uno salito in macchina solo sabato mattina, avvertito tramite SMS. Decisamente peggio ha fatto Lance Stroll, che con la Williams si è ritirato dopo un dritto nella ghiaia. Il GP dell’idolo di casa Daniel Ricciardo è stato compromesso da un problema tecnico alla sua Red Bull, che l’ha costratto a partire dai box con due giri di ritardo. Poi, a metà gara, il ritiro definitivo a causa di una perdita di potenza improvvisa. Quanto agli altri, detto del disastro della Haas motorizzata Ferrari, con entrambe le monoposto non al traguardo, il Mondiale è iniziato male anche per Fernando Alonso, che dopo aver subìto l’oltraggio del sorpasso da parte di Ocon e Hulkenberg, si è fermato ai box. Proprio il bravo Ocon ha conquistato l’ultimo punto disponibile (il suo primo della carriera), chiudendo alle spalle del “pensionato” Massa, Perez, Sainz e Kvyat, nell’ordine dal sesto al nono posto. La gara si è corsa sulla distanza dei 57 giri, uno in meno a causa della prima partenza abortita perché l’assenza in griglia di Ricciardo ha fatto sbagliare il posizionamento dei piloti della corsia di sinistra. Da Melbourne finalmente si torna a sorridere, dopo 553 maledettissimi giorni.

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