Ciccio: il calzolaio dei piloti che l’Unesco ha iscritto fra i tesori umani viventi

Francesco Liberto, per tutti “Ciccio”, nasce a Cefalù il 19 febbraio 1936 da Vincenzo e Noto Marietta che ebbero sei figli: Sara, Filippo, Nicola, Salvatrice, Ciccio, Pino. Il duro contesto sociale della Sicilia dell’epoca porta Ciccio ancor giovanissimo a dover contribuire al sostentamento della famiglia. Sarà lo zio paterno, ciabattino di professione, ad introdurlo, fin dall’età di sei anni, nella sua bottega di “scarparieddu” (calzolaio) sito in Via Nicola Botta n 32 ( intesa dai Cifalutani a strata Agnieddi), per fargli apprendere i segreti di un mestiere che il giovane Ciccio apprenderà e saprà elevare al rango d’ arte.

Ciccio sin da piccolo rivela una forte carica di simpatia ed una spiccata predisposizione per le relazioni sociali fondamentali nella sua attività professionale, due doti che dalla misera botteguccia di famiglia lo proietteranno ai riflettori dei media di tutto il mondo. Negli anni ’50/60 Cefalù accrebbe la propria fama nel mondo come una delle più incantevoli località turistiche del Mediterraneo ed il nostro Ciccio, grazie alle intuizioni di Mila Contini e di Pepita Misuraca che hanno saputo valorizzare le sue qualità creative, a metà degli anni ’60 viene introdotto nel bel mondo di Cefalù che all’epoca gravitava attorno al Village Magique futuro Club Mediterranèe. I  sandali in cuoio realizzati da Ciccio iniziano ad avere un discreto successo, tanto che Ciccio per un certo periodo gestisce un piccolo atelier. I suoi prodotti esclusivi, i cosiddetti ”Muccaturi” e “Patchwork”, vengono così conosciuti e apprezzati da turisti di tutto il mondo, supportati dalla efficace notorietà derivata da articoli sulle principali testate e riviste specializzate del settore. 

La vera svolta professionale nella vita di Ciccio arriva sul finire degli anni sessanta, quando la fama del calzolaio di Cefalù si unisce a quella della Targa Florio, la corsa più antica del mondo già inserita nel calendario del Mondiale Marche, campionato di gran lunga più importante e seguito della stessa Formula Uno. Puntualmente, dal 1906 a 1977, ad ogni primavera il mondo delle corse si dà appuntamento alle pendici delle Madonie per perpetuare il Mito della Velocità. La difficoltà di mettere a punto le vetture e di memorizzare un tracciato di oltre diecimila curve disseminate lungo 72 km di strade di montagna, obbligano le squadre ad arrivare in Sicilia con un certo anticipo rispetto alla gara. Cefalù, con i suoi alberghi e i suoi collegamenti, rappresenta il naturale quartier generale di tutti i team. Sognare è un lusso che si può concedere a tutti e Ciccio ne aveva di sogni.  Come tanti ragazzi della sua età, nei ritagli di tempo Ciccio sbircia  in quell’ambiente affascinante e irresistibile. Incontrare i piloti all’uscita degli alberghi o nei bar e trattorie da loro frequentati, scambiare quattro chiacchiere con loro nelle frequenti pause di lavoro non fu un problema per Ciccio Liberto. Ciccio comincia a legare con i giovani alfieri dell’Autodelta: Ignazio Giunti, Nanni Galli, Geki Russo. Sarà proprio Ignazio Giunti, durante una cena in un ristorante assai in voga all’epoca ” l’Heucaliptus”, a chiedere a Ciccio, quasi per gioco «Ma tu che mestiere fai?» Quando gli rispose che era un artigiano e faceva scarpe su misura , Ignazio gli chiese di fare un paio di scarpe per i piloti da corsa .

Ciccio logicamente, non ha esperienza su come devono essere, quali caratteristiche tecniche debbono avere e quanto occorre per la loro realizzazione. I tre piloti suggerirono così come avrebbero dovuto essere le loro scarpe ideali: leggere, morbide, comode e soprattutto, dalla suola sottile, per trasmettere al pilota tutta sensibilità al piede. Nel 1965 nasce così il primo paio di Racing Shoes firmate “Ciccio di Cefalù” che rappresentano per lui l’inizio di una nuova carriera artistica e professionale. Da allora i più grandi piloti del panorama internazionale scelsero e scelgono ancora oggi le scarpe da corsa del “calzolaio di Cefalù” perché fatte su misura, leggere, comode e soprattutto uniche al mondo. Nel 1969 il cifalutano  Ciccio Liberto, nel corso del premio “Moda Mare a Cefalù” che costituisce un appuntamento stagionale di primo piano, viene insignito della Coppa SAMIA. Nel 1969 esattamente il 16 luglio 1969 Ciccio all’età di 33 anni sposa Angela  Scancarello.

Quando alla fine degli anni ’70  la stella della Targa Florio tramonta definitivamente, la maestria di Ciccio aprirà nuove e inaspettate frontiere, diventando per un certo periodo fornitore ufficiale della Scuderia Ferrari di Formula 1. Nel 1977 infatti Niki Lauda diventa campione del mondo indossando le scarpe del maestro siciliano Ciccio. Enzo Ferrari dirigente sportivo, pilota automobilistico fondatore dell’ omonima casa automobilistica scrisse: Voglio ricordare le imprevedibili vicende del campionato mondiale 1977 che ha registrato l’affermazione della macchina più competitiva e di un grande pilota. Un riconoscimento che va condiviso con tutti coloro, come il celebre calzolaio Ciccio di Cefalù, che hanno seguito l’attività agonistica della nostra  quadra.

Molte delle scarpe di Ciccio hanno accompagnato sul podio piloti del calibro di Vic Elford, Mario Andretti, Brian Redman, Ignazio Giunti, Carlos Reutemann, Emerson Fittipaldi, Clay Regazzoni, Jo Siffert, Jackie Ickx, Renè Arnoux, Gerald Larousse, Auturo Merzario, Sandro Munari e non ultimo il siciliano Nino Vaccarella.

Il pilota Vic Elford dice: “Ricordo il giorno in cui entrai nella sua bottega. Pur non conoscendo una parola di italiano, riuscii a farmi capire bene: volevo assolutamente un paio di scarpe da corsa su misura. Ciccio, fatti due calcoli, lì per lì mi disse di no, «ho già troppo lavoro, non potrei dartele in tempo per la corsa ». Quando però vide il mio piede senza alluce destro, conseguenza di un terribile incidente di qualche anno prima, si mise subito al lavoro. Il giorno seguente, vincendo la Targa Florio, Vic Elford dedica la sua vittoria al calzolaio cifalutano Ciccio affermando che senza di lui e soprattutto senza le sue scarpe non avrebbe potuto guidare e vincere su quelle strade infernali.

Negli anni ‘80 Regazzoni gli spedì da Tokio una semplice cartolina postale: “Mi serve un paio di scarpe bianche e rosse”. L’indirizzo era soltanto: “Ciccio – Cefalù – Italy.”  La missiva arrivò dritta al destinatario ed anche le scarpe di Clay furono subito pronte. Ancora oggi Ciccio è apprezzato in tutto il mondo per le sue scarpe da corsa e per la sua grande umanità che fa di lui un vero mito.

Le sue creazioni sono esposte in vari musei, da quello della Ferrari a Maranello a quello della Porsche a Stoccarda, a quello dei fratelli Rossetti vicino a Milano, al museo Romans in Francia ed al Deutsches Ledermuseum in Germania. Tutti i più importanti giornali di automobilismo e le più grandi emittenti televisive dedicano frequentemente ampi spazi al celebre “il calzolaio dei piloti”. Oggi Ciccio non fornisce più la Scuderia Ferrari, ma molti piloti ed appassionati da tutto il mondo continuano a commissionargli le sue scarpe davvero uniche, belle, comode, leggere, da usare anche per passeggiare. Chi lo va a trovare, nella sua bottega museo sul lungomare di Cefalù, Ciccio ha sempre mille aneddoti da raccontare.

La casa del Cavallino Rampante gli ha spesso reso omaggio, come quando, nel novembre 1997, il corteo di Rosse di tutte le Ferrari in Sicilia, ha fatto tappa proprio davanti alla sua bottega sul lungomare di Cefalù. In quell’ occasione i responsabili di Maranello gli hanno consegnato un dono alquanto singolare: un autentico pistone usato di un motore di Formula 1. Ciccio, divenendo famoso, ha “sfornato” migliaia di scarpe per tutti i gusti. I modelli più belli ed esclusivi sono quelli personalizzati da Franco Cheli, lo scenografo docente presso l’Accademia di Brera che nel 1997 ha organizzato a Milano la mostra “Ciccio e gli Amici di Brera”, dipingendo a mano su temi motoristici le tomaie in pelle confezionate da Ciccio ed ancora oggi la collaborazione con Cheli Scenografie continua.

Oltre ai ricordi, a Ciccio resta la maestria del grande artigiano, le ordinazioni dei piloti e degli appassionati da tutto il mondo e la consapevolezza di avere ormai un posto sia nella storia delle calzature che in quella delle corse automobilistiche.

Ciccio alias Francesco Liberto, il calzolaio dei piloti, è stato iscritto dall’UNESCO fra i Tesori Umani Viventi nel Libro dei Saperi del Registro delle Eredità Immateriali. Di recente il  nostro Ciccio è stato nominato “brand ambassador” Porsche per lo sport della 718 Boxster GTS. IL video porta questa didascalia ” Un calzolaio di Cefalù, Ciccio Liberto, è il protagonista del nuovo spot della Porsche 718 Boxster Gts. L’artigiano è noto per avere realizzato le scarpe su misura a molti nomi noti del campionato di Formula uno”. La rivista della Porsche Christophorus gli ha dedicato un bel articolo dal titolo ” Suole da Campioni”.

Ora Ciccio Liberto anche nel museo Fotografico di Cefalunews.

 

1960 Ciccio nella bottega di ciabattino di Via N. Botta n 32
1960 le autentiche scarpe da corsa realizzate da Ciccio Liberto
Ciccio nel suo moderno laboratorio di calzolaio
1968 il pilota Cheli
1970 il pilota Vic Elford
1977 il pilota Niki Lauda
IL pilota Andretti
Il pilota Reutmann
1977- ringraziamento di Enzo Ferrari a Ciccio
Il pilota Clay Regazzoni
Dedica a Ciccio
1997 Lungomare di Cefalù-Ciccio con i responsabili della Ferrari

Caricatura di Ciccio Liberto con i piloti di Formula 1 che hanno calzato le sue scarpe

Scarpe personalizzate per il pilota Franco Cheli
Ciccio in una recente foto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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