“Per crescere c’è bisogno di un progetto e di investimenti: Gli investimenti sono iniziati con risorse interne; il progetto è stato disegnato e deliberato dal Governo regionale e dall’assessore alla sanità Razza che ha dato un mandato alla Fondazione: esitare un bando di evidenza pubblica internazionale che individui un partner privato che ci accompagni nella crescita, nell’implementazione della ricerca, della formazione e dell’offerta sanitaria”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Giglio di Cefalù, Giovanni Albano, aprendo di lavori del convegno “Legge Gelli – Bianco: se ci sei batti un colpo” che vede per due giorni medici legali a confronto al teatro Cicero di Cefalù.
“Il nostro sogno – ha aggiunto Albano – è poter attivare un corso di laurea in medicina e chirurgia in questo bellissimo territorio di Cefalù”.
Il presidente Albano, salutando i relatori provenienti da tutta Italia, ha voluto ricordare Paolo Giaccone, medico legale “trucidato dalla mafia perché faceva il suo dovere. A lui va oggi il mio pensiero”. Infine, il presidente del Giglio, ha anticipato, che “la Fondazione è presente, con dei progetti, nella programmazione europea che consentiranno di acquisire nuove tecnologie d’avanguardia”.
A salutare i partecipanti anche il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina. “Lieto – ha detto – di ospitare, in questo scenario, un congresso su tematiche importati legati al rischio clinico e la sicurezza delle cure. Temi di grade attualità che spesso non vengono affrontati con la giusta attenzione”.
Nella prima parte dei lavori anche il saluto dei rappresentati delle associazioni partner del convegno: Assomel, Asmelsi, Famli, Comlas e Psaf e del professore Cristoforo Pomara ordinario di medicina legale all’Università di Catania, responsabile scientifico del convegno unitamente a Valentina Triolo presidente Assomel.
Quindi, la lettura magistrale del professore Vittorio Fineschi, ordinario di medicina legale all’università La Sapienza di Roma su “Il governo del rischio clinico tra evidenze medico legali e programmatiche applicazioni in ambito assistenziale”. Il lavori sono stati coordinati da Valentina Triolo e Eugenia Di Stefano.