Il vescovo Sgalambro torna a Cefalù per riposare per sempre in Cattedrale

Torna per sempre a Cefalù il Vescovo che ha fatto del quotidiano la sua santità. Francesco Sgalambro, vescovo di Cefalù dal 2000 al 2009, torna oggi pomeriggio in Cattedrale, dove saranno celebrati i suoi funerali, per essere sepolto nella Cripta della Basilica ruggeriana. L’ultimo suo predecessore che ha fatto la sua stessa scelta è stato, nel 1969, Emiliano Cagnoni che ha retto la diocesi per 36 anni dal 1933 al giorno della sua morte nel 1969.

Francesco Sgalambro è stato eletto a vescovo di Cefalù il 18 marzo del 2000. Nella cittadina normanna ha iniziato il suo ministero episcopale in un piovoso pomeriggio domenicale di giugno. Era l’11 giugno e quel giorno la Chiesa celebrava la Pentecoste. Una data, quella del suo arrivo a Cefalù, che coincide con l’anniversario della canonizzazione di S. Eustochia Smeralda, fondatrice e prima Abbadessa del Monastero di Montevergine al cui servizio come cappellano Sgalambro è stato dal 3 ottobre del 1958 fino al mattino prima di partire per Cefalù. «Chiaro per me il messaggio proveniente da questa coincidenza – ha detto nella sua prima omelia in Cattedrale – fiducia negli ideali di santità, di autenticità e di purezza nella fede, propri di questa santa, e dedizione di ardente passione al suo grande amore: Cristo Gesù».

E proprio la Santità, l’autenticità e la purezza di fede sono state le note pastorali che hanno colorato la vita del Vescovo Sgalambro a Cefalù. Le prime sue attenzioni pastorali sono andate al mondo della comunicazione. Sgalambro, infatti, si accorge subito che la dislocazione dei diversi comuni non consente una facile comunione pastorale. Per questo chiede un giornale diocesano e ne affida la direzione al giornalista Mario Macaluso. «Facciamo conoscere le tante cose belle che si fanno in questo territorio – diceva – e non si abbia paura di raccontare anche quelle poche belle perchè si cambi vita e si faccia il bene della comunità». L’obiettivo del Vescovo è di informare sulla vita della Chiesa locale e del territorio per formare la comunità e farla crescere nell’unità.

Il giornale prende il nome di «Rivista» e il primo numero arriva in tutte le parrocchie e le edicole dei 26 comuni della diocesi nove mesi dopo l’inizio del suo Ministero a Cefalù. La redazione si riunisce in Episcopio. Gli incontri si svolgono nel grande salone di rappresentanza. «A che serve avere queste stanze – diceva Sgalambro – se poi non si utilizzano per cose più belle che si fanno in diocesi». E lui, il Vescovo, partecipava agli incontri redazionali e curava una propria rubrica nel giornale: «Il vescovo risponde». Vi affronta temi caldi quali omelie lunghe, informazione sulle Madonie, parco delle Madonie, la donna oggetto, figli che uccidono i genitori, il problema della casa, la morale familiare, la vita sociale e politica, la guerra, le elezioni comunali, il divorzio.

Il 14 luglio del 2001 ordina i suoi primi presbiteri cefaludesi. Sono Giuseppe Licciardi e Nicola Crapa. Il primo arriva da Campofelice l’altro da Isnello. Tra le prime attenzioni del nuovo Presule c’è il mondo del turismo. Per questo affida al parroco Liborio Asciutto la direzione dell’ufficio di pastorale per il turismo. Il vescovo Sgalambro trascorre gli anni del suo episcopato in umiltà e silenzio promuovendo la comunicazione fra le parrocchie, valorizzando il laicato e favorendo la comunione nel presbiterio. A lui si deve il ripristino in diocesi del Diaconato permanente dopo 775 anni di assenza. Il 15 ottobre del 2005 ordina i primi due diaconi permanenti imponendo le mani su due padri di famiglia: Gandolfo Sausa e Giuseppe Giglio. Due anni dopo, il 22 dicembre del 2007, torna ad imporre le mani su altri sei diaconi permanenti: Vincenzo Camilleri, Salvatore Glorioso, Antonio La Martina, Luigi Mirenda, Salvatore Piazza, Giuseppe Rinaudo. Era dal 1230 che la diocesi cefaludense non aveva un diacono permanente.

Sempre nel 2005, per rinnovare le comunità parrocchiali, Sgalambro celebra il Convegno eucaristico diocesano che ha preparato con dedizione in tutte le parrocchie della diocesi.

Si deve al suo impegno pastorale la costruzione di una nuova chiesa in contrada Spinito a Cefalù dove la comunità per diversi anni ha celebrato in uno scantinato. E’ stato proprio Sgalambro, infatti, il 13 settembre del 2008 a presiedere in quel luogo una celebrazione eucaristica per la posa della prima pietra. Il desiderio di Sgalambro è di potere celebrare un sinodo diocesano. L’ultimo si era tenuto a Cefalù tre secoli prima nel 1706. Purtroppo il suo sogno non si avvera perché, nonostante il tempo che vi dedica a preparlo, qualche anno dopo si è dovuto dimettere per avere raggiunto i 75 anni di età.

Il 17 settembre del 2009 ha annunciato personalmente in Cattedrale il nome del suo successore. Alcuni giorni dopo, il 31 ottobre, ha salutato la diocesi e si è ritirato a Messina da dove proveniva. Oggi pomeriggio in Cattedrale saranno celebrati i suoi funerali. La sua salma sarà tumulata nella cripta della basilica all’interno della quale ha esercitato il suo Ministero.

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