Artigianelli: una petizione per salvare i campi sportivi

Scatta una petizione agli Artigianelli per salvare i campi sportivi. Al motto «l’Oratorio Artigianelli non si tocca» è cominciata una raccolta firme in via Roma per impedire la scomparsa dei campelli spoprtivi che hanno visto crescere diverse generazioni d giovani cefaludesi. «Per un futuro migliore dei nostri figli, per dare loro un posto dove giocare e crescere, recati in via Roma e firma anche tu» si legge su facebook per invitare a firmare la petizione.

La nascita a Cefalù dell’Istituto Artigianelli è legata alla generosità di Giuseppe Di Giorgio, un cefaludese che ha fatto fortuna negli Stati Uniti ed ha voluto legare il suo nome alla città di Cefalù che lo ha visto nascere e crescere. Proprio il Di Giorgio volle e finanziò economicamente un orfanotrofio a Cefalù. Mandò diversi suoi soldi per costruirlo ma non ebbe la fortuna di vederne la costruzione completata. Muore in California, infatti, il 25 febbraio del 1951. La sua opera venne portata avanti dai nipoti. Il 25 settembre del 1955 viene inaugurato. Per la sua conduzione arrivano a Cefalù i padri Giuseppini del Murialdo. Ad accoglierli il vescovo Emiliano Cagnoni. Il 17 novembre 1955 nel nuovo orfanotrofio entrano i primi due orfani.

I primi anni della presenza dei padri Giuseppini a Cefalù furono subito pieni e intensi. Presto, grazie al loro impegno, quello che doveva essere solo un orfanotrofio diventa un luogo di formazione. I Giuseppini, infatti, forti del loro carisma danno vita ad un centro di formazione professionale. L’Istituto voluto dal Di Giorgio diventa presto un luogo oltre che di formazione al lavoro anche di riferimento pastorale. Con lo svilupparsi della città di Cefalù sul versante palermitano nascono attorno all’Istituto diversi nuovi palazzi. Per venire incontro alle loro esigenze spirituali il 15 agosto 1973, il vescovo Calogero Lauricella, in procinto di lasciare Cefalù, fonda la parrocchia Santissimo Salvatore alla Torre. Quale primo parroco arriva padre Gerardo Capuozzo. Originario di Benevento si occupa e preoccupa subito dei giovani. Presto ne diventa un vero e proprio punto di riferimento. Organizza la nascente comunità parrocchiale e in poco tempo ne conosce tutti i suoi parrocchiani. Li incontrava ovunque e per qualsiasi motivo. Nel 1978 padre Gerardo lascia la sua comunità e al suo posto arriva padre Antonio Guerra. Forte dei suoi quarantasette anni, e di una grande esperienza pastorale che portava con lui, padre Antonio imprime un nuovo impulso alla comunità parrocchiale. Negli anni ’90 una vera e propria svolta si ha all’interno della comunità giuseppina. Ad imprimerla sacerdoti come Antonio Guerra, Ettore Cunial e Pasquale Pagliuso. Per ventiquattro anni la comunità parrocchiale dei giuseppini resta alla scuola del parroco Antonio Guerra. Con lui crescono diverse generazioni di persone. Il suo fare silenzioso e il suo stare in mezzo alla gente con umiltà ne fanno un punto di riferimento sociale e pastorale per tanti cefaludesi. Muore per un infarto nel dicembre del 2001. Dopo di lui alla guida della parrocchia si alternano Antonio Lucente, Antonio Molinaro, Antonio Barone e Pasquale Pagliuso.

Cambia impostazioni privacy
Torna in alto