Rinunciare ad un sogno

Sin da bambini e poi crescendo si vive seguendo un progetto che ha una direzione, un orientamento, che va verso la costruzione di un sogno. Un sogno desiderato, pensato, voluto, immaginato, creato per se stessi, per i figli, per la famiglia o per altri. Realizzare e rendere concreto un sogno genera un senso di completezza, una buona autoefficacia percepita, si è riconosciuti e ci si riconosce come persone in grado di raggiungere e realizzare il desiderato. È dunque inevitabile concludere che riuscire a realizzare i propri sogni aumenta i livelli di autostima e genera un entusiasmo che diventa l’energia motrice per crescere e progredire. Ma cosa significa sognare? Quando rassegnarsi? Cosa è la rassegnazione? Spesso uno psicoterapeuta si trova dinanzi a questi interrogativi e, senza mai sostituirsi al paziente nel cercare la risposta, ha solo il compito di orientarlo verso ciò che arriverà, lasciando che accada. Un primo passo è un attento esame di realtà e di fattibilità o, in altre parole, è necessario comprendere se ciò che si desidera è realizzabile o se, al contrario, si discosta tanto dalla realtà da non essere raggiungibile. In tal caso, sarebbe opportuno fare dei piccoli aggiustamenti, cioè rivedere la “grandezza” del sogno e renderlo più fattibile. Accettare di ridimensionare o rivedere il proprio sogno non significa arrendersi o rassegnarsi ma è una possibilità, un’opportunità per avvicinarsi il più possibile al sogno, che non sarà mai come quello immaginato ma un suo “parente stretto”, familiare all’originario e animato dal medesimo spirito. Se, al contrario, ci si ostina nel perseguire il sogno originario che, alla luce della fattibilità, è irrealizzabile, si corre il rischio di rimanere incastrati o sospesi in un limbo, misto di un senso di inconcludenza e inadeguatezza. Diverso è il caso se nel cammin di nostra vita sopraggiungono cause ostative che costringono alla sua rinuncia; in tal caso, è necessario giungere ad un processo di rassegnazione, definito dalla Treccani “la disposizione dell’animo ad accogliere, senza reagire, fatti che appaiono inevitabili, indipendenti dal proprio volere”. La rassegnazione è un processo che comporta dolore e sofferenza, ma è solo attraversando queste emozioni e lasciandole al passato, che si ha la possibilità di vivere una vita piena di senso e significato.

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