Qualche mese fa il Sindaco di Barcellona (Spagna) ha deciso di regolamentare gli accessi turistici alla città limitandone, con stupore del mondo intero, anche gli ingressi : troppi turisti fanno male,si disse !! Classicamente quando si parla di turismo si cerca sempre di auspicare un incremento in termini di presenze. I segni “+” di fronte alle statistiche di incoming turistico di una località vengono generalmente usati come elemento positivo di sviluppo, ed utilizzati spesso dalla politica come orgoglioso risultato di buone scelte promozionali della località stessa. In linea di massima nulla o poco da eccepire su questo approccio , ma riportato a Cefalù e con le dovute spiegazioni, questo ragionamento diventa paradossalmente riduttivo e pericoloso.
Partiamo innanzitutto da alcuni parametri che ci servono per una maggiore chiarezza: la nostra città ha circa 15000 residenti che nel periodo estivo quasi triplicano per via dei flussi turistici. Questo incremento numerico di popolazione porta inevitabilmente ad un maggiore utilizzo dei servizi primari che la città offre incidendo notevolmente sulla sua resilienza! In termini brevi: più persone (residenti e turisti) vivono Cefalù, più acqua consumano, più rifiuti si generano, più mezzi circolano e più inquinamento viene prodotto . La domanda è di conseguenza questa: fino a quale capacità strutturale può spingersi Cefalù per soddisfare flussi sempre maggiori di persone che gravitano nella nostra area? Andrebbe fatto uno studio complessivo del territorio anche se già, ad oggi, iniziano a venire fuori alcune criticità con disagi sempre maggiori per la comunità locale (mancanza d’acqua, maggiore produzione di rifiuti con conseguente difficoltà nello smaltimento e paralisi del traffico durante l’alta stagione!). Qualcuno in passato ha provato a dare dei numeri, fermando a circa 20.000 persone il numero massimo di abitanti che Cefalù potesse sostenere; lascio a voi trarre le vostre considerazioni! Questa mia riflessione, per sintetizzare, vuole mettere in evidenza un argomento che collega la struttura turistica di Cefalù a quella urbanistica, ponendo un mio personale accento sul fatto che bisogna cambiare completamente i parametri attuali; si deve lavorare non a come far arrivare più turisti, ma a come ottimizzarne il flusso, mantenendo o migliorando la capacità reddituale dell’imprenditore privato e di conseguenza anche il livello qualitativo della città intera. Il primo passo per arrivare a ciò deve essere la presa di coscienza , come ha fatto la città di Barcellona appunto, che il sistema attuale di gestione del turismo sia alla lunga fallimentare. Il nuovo governo cittadino non potrà esimersi dall’operare in quest’ottica e spero che tutto il comparto turistico inizi a dedicarsi ad azioni che spingano verso questa direzione: Un turismo sostenibile !
Angelo Maggio