Cannes 2018 celebra “Solo” di Ron Howard

Cannes 2018 celebra “Solo”, Ron Howard: “Ha lo spirito originale di Star Wars”
Al 71.mo Festival di Cannes è arrivato “Solo: A Star Wars Story”, il nuovo film dell’universo di Star Wars. Un film che si racconta gli anni giovanili di Han Solo. Il film, che uscirà nelle sale il 23 maggio, è stato accolto con applausi scroscianti nella proiezione di anteprima. “Siamo riusciti a restare autonomi per non intaccare l’originale, catturando il segreto che ha reso popolare e indimenticabile la saga” ha detto il regista Ron Howard.

Dalla Croisette dunque arriva una risposta più che positiva sul livello di questo spin off. Diretto da un artigiano di classe come Ron Howard che si definisce “prima di tutto un regista di attori e un fan della saga a mia volta”, scritto da uno specialista di “Star Wars” come Lawrence Kasdan in coppia col figlio Jonathan, magistralmente montato da Pietro Scalia e dedicato al personaggio forse più popolare di tutto il racconto, “Solo” è un ottovolante di divertimento e spettacolo. Soprattutto riesce a recuperare un aspetto cruciale della prima trilogia (i cosiddetti volumi IV, V e VI): l’umorismo goliardico dei personaggi all’interno di una ‘space opera’ che rimanda a Flash Gordon con una visione del futuro che sta tra “Mad Max” e “2001 Odissea nello spazio”.

“Ho incontrato Lucas la prima volta sul set di ‘American Graffiti’ – racconta Ron Howard – e benchè ci separassero dieci anni di età e lui sembrasse sempre un professorino in giacca e cravatta in una troupe di hippie, abbiamo legato subito. Molti anni dopo, mi raccontò il progetto di Star Wars: pensai che era pazzo e troppo ambizioso, ma fui sedotto dall’architettura complessiva della trilogia. Negli anni l’ho seguita passo passo da spettatore e quando mi hanno chiamato per questo film ho subito pensato che potevo affidarmi ciecamente alla sceneggiatura di Kasdan, l’uomo che aveva creato ‘L’impero colpisce ancora’. Lui ha trovato subito il tono giusto, conosce Han Solo meglio di chiunque altro, ha scritto in coppia con suo figlio un copione brillante, inventivo, puntuale. E’ sempre divertente quando il cinema ti svela il passato dei tuoi eroi. Nel caso di Han Solo la prima cosa da sapere – me lo ricordava Harrison Ford – è che si tratta, comunque, di un orfano, quindi timido e strafottente per natura e per difesa. Sta in questa bipolarità il segreto della sua simpatia contagiosa”.

Il film prende le mosse dalla giovinezza dello scapestrato contrabbandiere della galassia, quando a sua volta è un allievo dell’ambiguo Beckett, un mentore che usa le pistole come giocattoli, che truffa e spadroneggia sotto le insegne dell’Impero, ma pensa solo al proprio tornaconto. Arrestato per un eccesso di illecito, Han Solo finisce nelle miniere e qui incontra Chewbecca, che sarà poi il suo più fedele amico e alleato, legato a lui da un debito di riconoscenza come solo due ergastolani possono provare. Insieme torneranno a cavalcare per la galassia, Chewbecca sarà confidente di Han quando questi si innamorerà per la prima volta, insieme entrano nella celebre ‘Cantina’ dove in una memorabile partita a carte Han vincerà il Millennium Falcon sottraendolo a un ribaldo par suo, l’ormai celebre Lando Calrissian. “Non si può parlare di amicizia fra loro – dice oggi il giovane protagonista del film, Alden Ehrenreich, perchè la rivalità e troppa. Ma i due si stimano fin dal primo momento e solo la scelta di salvare la pelle potrà costringerli a dividersi”.

“In verità sono stato molto contento – dice oggi Howard – di quest’opportunità anche perché amo lavorare con una troupe inglese e in questo caso c’erano reduci delle precedenti puntate della saga ma anche molti figli e parenti dei tecnici originali. Insomma, era come se tutti mi accompagnassero a ritrovare lo spirito originale e questo è il segreto di uno spin-off ben riuscito: restare autonomi per non intaccare l’originale, ma catturarne il segreto che ha reso popolare e indimenticabile ‘Star Wars’. Credo che ci siamo riusciti”.

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