Sono due specie di rettili, spesso confuse, soprattutto nel linguaggio parlato: oggi ci concentriamo sulle tartarughe e sulle testuggini, perché nelle ultime settimane alcuni studi scientifici hanno rivelato nuove interessanti scoperte su questi animali, che frequentemente trovano accoglienza anche nelle case degli italiani.
Le tartarughe come animali domestici
Non sono poche, infatti, le persone che accudiscono un esemplare di testuggine o di tartaruga marina, anche se le leggi sulla commercializzazione di questi animali sono piuttosto severe, così come rigorose sono le regole da seguire per gestire al meglio queste creature. In particolare, il sito specializzato Petingros.it mette a disposizione tutto il necessario per le testuggini, come mangimi, integratori o vere e proprietartarughiere di terra, adatte a contenere i piccoli esemplari nei primi momenti dopo la nascita.
La scienza studia testuggini e tartarughe
Come dicevamo, la scienza si sta concentrando molto su questi rettili, soprattutto per salvaguardarne l’esistenza, visto che alcune specie sono ritenute a rischio estinzione, e la prima notizia riguarda proprio questo ambito. Nelle acque del Borneo Malese è infatti partita la sperimentazione di “SnapTurtle”, un progetto di Pom Pom Island Resort, in collaborazione con Wwf Malesia e Sabah Wildlife Department, che monitora le tartarughe verdi (Chelonia mydas) e le tartarughe imbricate (Eretmochelys imbricata) attraverso delle fotografie raccolte in un database. La particolarità sta nel software utilizzato, che consente di identificare i soggetti singolarmente, grazie a un algoritmo che analizza il pattern delle squame facciali.
Il progetto nel Borneo Malese
Il progetto, guidato da una ricercatrice italiana, consente di foto-identificare le tartarughe e rappresenta una valida alternativa al classico tagging, che sottopone gli esemplari a un carico di stress (per la cattura e la manipolazione da parte dell’operatore che deve creare l’etichetta). Grazie al software, invece, per riconoscere e classificare gli individui di una popolazione basta fotografare la tartaruga da una distanza inferiore ai 10 metri, inviando l’immagine al sistema che è capace di “riconoscere” i singoli individui.
Allarme inquinamento
Ovviamente non mancano i tentativi di studiare le cause dell’estinzione di tartarughe e testuggini; in particolare, sono stati citati come possibili motivi di stress gli effetti indiretti della pesca intensiva, il riscaldamento globale, la rimozione delle uova a scopo alimentare e soprattutto l’inquinamento, che colpiscono in modo più forte le specie acquatiche. Addirittura, secondo un report internazionale realizzato da un team proveniente dall’Università di Exeter, dal Plymouth Marine Laboratory e dai Greenpeace Research Laboratories il 100 percento delle tartarughe marine analizzate è risultato essere contaminato da microplastiche.
Contaminazione per tutte le tartarughe marine
Lo studio è stato condotto su 102 esemplari appartenenti a tutte e sette le specie viventi conosciute di tartarughe marine, provenienti da tre distinti oceani, e l’assoluta omogeneità dei risultati ha fatto nascere agli autori dell’indagine il ragionevole dubbio che ogni tartaruga marina del pianeta possa essere contaminata dalla spazzatura prodotta dagli esseri umani; tra i residui ritrovati ci sono particelle sintetiche, pezzi derivati da abbigliamento, pneumatici, filtri delle sigarette, attrezzature marittime e altro ancora.
Le differenze tra tartarughe e testuggini
Concludiamo ora con una definizione “tecnica” che riprende quanto scritto più su: c’è una differenza sostanziale tra tartaruga e testuggine, ovvero che con il primo termine si fa riferimento alle specie acquatiche mentre il secondo identifica gli animali terrestri. In verità, è difficile distinguere con assoluta precisione le tipologie, perché alcune abitudini sono comuni così come le caratteristiche fisiche.