32 milioni di italiani consumano integratori. Soddisfatti il 98%

32 milioni gli italiani consumano integratori alimentari. Più di 18 milioni lo fanno abitualmente tutti i giorni o qualche volta alla settimana). Sono 4 milioni quelli che li assumono qualche volta al mese. Lo rivela il Censis, che ha reso noti oggi i risultati di una ricerca dal titolo «Il valore sociale dell’integratore alimentare». «Su 10 persone consigliate all’utilizzo degli integratori alimentari – si legge nel rapporto – 8 seguono il suggerimento di medici o farmacisti. Preferiti dai soggetti in età attiva, sono ormai una componente stabile delle strategie individuali per assicurarsi una buona salute. E il loro valore sociale fa decollare il mercato, pari a 3,3 miliardi di euro nel 2018, con un +126% dal 2008, e l’occupazione del settore, ovvero +44% in tre anni».

Il consiglio di medici e farmacisti

Cruciale il consiglio di medici e farmacisti. L’82,4% dei consumatori infatti ha avuto un suggerimento dal medico di medicina generale o specialista o da un farmacista. La restante parte, pari al 17,6%, ha recepito il consiglio da canali diversi, tra cui familiari, amici, web, tv, riviste. Con riferimento al mercato, invece, «nel 2018 il 95% passa da farmacie (86%) e parafarmacie (9%), il residuale 5% dalla grande distribuzione organizzata». Mercato che vede l’Italia al primo posto (23%) come quota del mercato europeo, seguita da Germania (13%), Francia (9%) e Regno Unito (8%).

Un settore in decollo

In Italia il mercato degli integratori alimentari ha realizzato nel 2018 3,3 miliardi di euro. Siamo al primo posto nel mercato europe (23%), seguiti da Germania (13%), Francia (9%) e Regno Unito (8%). Il settore cresce grazie alla propensione degli italiani a consumare con responsabilità e con grande attenzione agli impatti sulla salute. Il valore dei consumi è cresciuto del 126% negli ultimi dieci anni (periodo 2008-2018), a fronte di una riduzione dello 0,8% dei consumi complessivi delle famiglie. Gli addetti del settore sono aumentati del 43,9% nel giro di tre anni (periodo 2014-2017), mentre nell’economia complessiva si registrava solo un +5,3% di occupati. L’export del settore è lievitato del 48,5% negli anni 2014-2017 a fronte del +12% riferito al totale del sistema economico. 

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