Ritirata marmellata di amarene Conad: cosa rischia chi la mangia?

Attenzione alla marmellata di amarene Conad. E’ stata ritirata perché nella confettura extra sono state trovate tracce dell’allergene solfiti che non è dichiarato nell’etichetta del barattolo di vetro da 320 grammi. I clienti sono invitati a consegnare al negozio in cui è avvenuto l’acquisto le confezioni del lotto Ean 8003170059733 lotto N19002133 in scadenza il  21 marzo 2021 e prodotto nello stabilimento di Menz & Gasser spa, Zona industriale di Novaledo (Trento). In seguito al provvedimento, si raccomanda alle persone allergiche ai solfiti di non consumare la confettura con il numero di lotto segnalato e di riportare le confezioni in qualsiasi punto vendita della catena, dove saranno sostituiti o rimborsati.

1. I solfiti: se li riconosci li eviti. I solfiti sono utilizzati per favorire la conservazione e contrastare i processi degenerativi degli alimenti. Sono impiegati soprattutto nei vini, ma anche in numerosi altri prodotti come le conserve. I solfiti rilasciano anidride solforosa, ovvero il componente attivo che favorisce la conservazione degli alimenti. L’anidride solforosa (SO2) è un irritante e provoca in soggetti sensibili una contrazione riflessa delle vie respiratorie. Questa anidride, inoltre, interagisce con gli enzimi cellulari e con alcune vitamine (distrugge la tiamina che è la vitamina B1).

2. I solfiti non sono benefici per la salute perché sono sostanze potenzialmente allergizzanti. A tutti è consigliato di leggere le etichette e di lasciare il più possibile sugli scaffali i prodotti confezionati rivolgendovi invece verso alimenti freschi e di stagione. Nonostante i solfiti rientrino nella categoria degli allergeni alimentari più diffusi, la maggior parte delle persone vi reagisce con un’intolleranza. Da qualche anno i produttori alimentari sono obbligati per legge ad indicare in etichetta la loro presenza. Esiste anche una soglia di concentrazione che è vietato oltrepassare: 10 mg/L oppure  10 mg/kg. Questo limite si ottiene con la somma dei solfiti naturalmente presenti nell’alimento e di quelli aggiunti per aiutare la sua conservazione.  Queste sostanze sono battericide e quindi altamente irritanti. Fra i gruppi di persone più a rischio rientrano gli asmatici. Quando delle sostanze di questo tipo entrano in contatto con l’acidità gastrica generano anidride solforosa; quest’ultima è uno dei gas che provoca, agli asmatici, attacchi di broncospasmo. A rischio sono anche le persone che soffrono di allergia all’aspirina. Nel caso in cui siano contenuti nel vino, uno dei principali effetti collaterali è il mal di testa. Oltre alle crisi asmatiche e all’emicrania si può incorrere in nausea, vomito, iper sudorazione, vampate di calore, ipotensione e orticaria. La reazione del nostro corpo è repentina: fra i quindici e i trenta minuti dopo l’assunzione i sintomi si manifestano.

Cosa succede quando si assumono i solfiti

3. I rischi di chi soffre d’asma. Per prima cosa, è utile sapere che è molto probabile che la sensibilità si sviluppi in persone che soffrono di asma.  C’è una forte correlazione tra sensibilità ai solfiti e la comparsa dei disturbi legati all’asma. La maggior parte delle reazioni avvengono a causa d’inalazioni di anidride solforosa prodotta dal solfito contenente nei prodotti alimentari o bevande mentre sono consumate. Purtroppo anche le persone che non soffrono di asma possono sviluppare una intolleranza o sensibilità ai solfiti. I sintomi si manifestano di solito tra 15 a 30 minuti dopo il consumo di un alimento contenente queste sostanze. In genere le reazioni sono lievi anche se una minoranza di persone sensibili verifica reazioni acute gravi che vanno da problemi respiratori a problemi renali. 

4. I sintomi principali sono: difficoltà respiratorie, dispnea, attacchi di asma, sbalzi d’umore, palpitazioni, sintomi influenzali, congestione nasale e naso che cola. Oltre a questi, è possibile riscontrare edemi (tra cui gonfiore del viso, labbra, bocca, lingua, occhi, mani e piedi), problemi di digestione (crampi, gonfiore, diarrea, nausea e vomito), pressione bassa con conseguente senso di affaticamento e stanchezza, difficoltà di concentrazione (noto come “nebbia del cervello”), arrossamento della pelle, eruzioni cutanee, orticaria ed eczema. Se si avverte uno di questi sintomi dopo l’assunzione di cibi che contengono solfiti occorre rivolgersi al medico per una diagnosi.  In caso di sensibilità ai solfiti, il suggerimento è di verificare sempre la presenza di queste sostanze tra gli ingredienti. Cercate sull’etichetta una di queste diciture: diossido di zolfo; bisolfito di potassio; metabisolfito di potassio; bisolfito di sodio, metabisolfito di sodio, solfito di sodio.

5. Quali sono gli alimenti ricchi di solfiti? Vino (normalmente ne contiene più il bianco rispetto al rosso e il dolce rispetto al secco). Aceto di vino. Sidro. Birra. Succhi di frutta. Gelatine. Frutta disidratata. Frutta secca (specie quella pelata). Frutta candita. Frutta glassata. Frutti di mare. Gamberi e altri crostacei. Baccalà. Verdura conservata (liofilizzata, essiccata, surgelata, sott’olio, sott’aceto, ecc.). Funghi secchi. Uvetta. Prodotti a base di carne come hot dog e hamburger. Per legge, l’impiego di solfiti negli alimenti carnei è fortemente limitato, in quanto riducono notevolmente la biodisponibilità della tiamina (vitamina B1).

Come evitare i solfiti

  • Acquistare il più possibile alimenti freschi e di stagione possibilmente italiani provenienti dalla zona in cui viviamo (in questo modo hanno meno bisogno di conservanti). 
  • Acquistare più biologico, sapendo distinguere anche ad occhio i prodotti trattati. Non acquistare quindi frutta lucida ed insacchettata.
  • Evitare di acquistare i prodotti confezionati, inscatolati, surgelati. Convinte sempre comprare noi e surgelare.
  • Produrre da noi dolci, marmellate, sughi.
  • Usare le spezie naturali e fresche. Dovremmo imparare ad avere in casa piantine di rosmarino, basilico, prezzemolo.
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