Tagliare lo zucchero dal mangiare: ecco cosa succede al corpo

Tagliare lo zucchero in eccesso dalla dieta migliora la salute e soprattutto le prestazioni lavorative. Ad affermarlo è la dott.ssa Samantha Coogan, presidente della Nevada Academy of Nutrition and Dietetics e ricercatrice presso l’Università del Nevada. La dott.ssa Coogan afferma che rinunciare allo zucchero provoca sintomi di astinenza come una droga ma una volta che il corpo si adegua ci si sentirà con più energia e si produrrà di più. La dietista sostiene che tagliare lo zucchero dalla dieta ha un effetto simile a quello di chi smette di bere alcolici o di chi smette di assumere droghe. 

1. I sintomi da astinenza da zucchero. Tra i sintomi da astinenza da zucchero che colpiscono quanti decidono di eliminarlo ci sono mal di testa, dolori allo stomaco o alterazioni intestinali. Sintomi che possono durare alcuni giorni e in qualche caso anche settimane. A sentire l’aperta dietista, però, una volta superati i sintomi iniziali di astinenza migliora l’energia complessiva di tutto il corpo. Capelli, pelle e unghie iniziano a migliorare. Le voglie cambiano drasticamente una volta rimosso lo zucchero. Le prestazioni in palestra migliorano, ci si riprende più rapidamente dagli allenamenti e si riducono i rischi di lesioni e infortuni. Migliora la produttività nel lavoro e si avrà bisogno di meno giorni di malattia. Diminuisce il grasso della pancia perché il corpo non avrà più zucchero in eccesso da immagazzinare come grasso nel tessuto adiposo. I cicli del sonno diventano più lunghi e più coerenti. Lo zucchero, infatti, può influire negativamente sul sonno REM. La perdita di peso sarà inevitabile perché non si assumeranno più gli spuntini ipercalorici. «Lo zucchero è una sostanza che crea dipendenza per alcune persone – commenta la dottoressa Coogan – quindi è davvero necessario affrontarlo in modo simile alla disintossicazione da droghe o alcol». 

2. Aumenta la produttività sul lavoro. Il cervello per funzionare ha bisogno dello zucchero come fonte di energia. Come in qualsiasi altra parte del corpo, però, una quantità in eccesso può essere dannosa. I neurologi hanno scoperto che il pensiero, l’apprendimento e la concentrazione sono tutti influenzati dall’efficienza con cui il cervello può usare lo zucchero nel corpo. Le diete ricche di carboidrati raffinati e zucchero, come torte, cioccolato, bevande gassate e biscotti, sono state anche collegate al declino cognitivo nella vita e all’arrivo di problemi legati alla memoria e alla demenza. Uno studio condotto da ricercatori coreani ha scoperto che coloro che consumano più alimenti trasformati hanno una capacità cognitiva ridotta. La ricerca è stata portata avanti su 317 bambini sani ed ha evidenziato che quanti non hanno una dieta sana hanno problemi con la memoria a breve termine perché ci si deve concentrare. E’ accertato che l’iperglicemia è una complicanza comune del diabete causata da alti livelli di glucosio nel sangue. Uno studio pubblicato su Diabetes Care ha scoperto che le persone con diabete di tipo 2, rispetto a coloro che sono sani, hanno più sentimenti di tristezza e ansia proprio durante l’iperglicemia acuta. Una volta eliminato lo zucchero, per la dietista, aumenta la produttività sul lavoro. 

3. Migliora l’attività fisica in palestra. «Lo zucchero spesso ci fa sentire affaticati – commenta la dott.ssa Coogan – alcune persone possono avvertire subito gli effetti positivi di una dieta priva di zucchero, mentre altre potrebbero richiedere un po ‘più di tempo». Tagliare lo zucchero potrebbe far sentire meglio il proprio corpo ma deve essere sostituito con altri alimenti più nutrienti. L’esercizio fisico utilizza molta energia prelevata dalle riserve di glicogeno. Per questo è importante mangiare cibi nutrienti sia per alimentare l’attività fisica che per riprendersi da questa. L’esperta dietista suggerisce un pasto post-allenamento ad alto contenuto di carboidrati e proteine ​​per riempire le riserve di energia muscolare. Scelte alimentari inadeguate, invece, possono causare affaticamento, prestazioni ridotte negli allenamenti e indolenzimento muscolare. Una cattiva alimentazione fatta di cibi e bevande ricchi di zuccheri ha un impatto negativo sui risultati dell’attività fisica perché conserva il grasso corporeo. Quando gli zuccheri vengono scomposti durante la digestione per essere usati come carburante, alcuni vengono immagazzinati nei muscoli e nel fegato per essere usati in seguito. Ma se c’è zucchero in eccesso, che non viene utilizzato per l’energia fisica, deve essere immagazzinato da qualche parte e finisce che viene utilizzato dalle cellule adipose. «Sostituire lo zucchero con libri che contengono fibre e proteine ​​- continua la dott.ssa Coogan – aumenterà i valori di sazietà, e consentirà di sentirsi sazio più a lungo riducendo nello stesso tempo l’apporto calorico complessivo».

4. La pelle e i capelli migliorano. La dott.ssa Coogan aggiunge che una volta eliminato lo zucchero le persone potrebbero notare che i loro capelli, pelle e unghie iniziano a migliorare. Ricerche precedenti hanno dimostrato che le diete ricche di zuccheri danneggiano il collagene, la proteina che rende la pelle giovane. Quando lo zucchero entra nel corpo, infatti, innesca un processo chiamato glicazione, creando una sostanza che può accelerare gli effetti dell’invecchiamento, come le rughe e il rilassamento cutaneo. Il corpo, infatti, reagisce all’aumento dello zucchero producendo insulina. Quando ci si i picchi di insulina si possono avere quelle infiammazioni della pelle che vanno sotto il nome di psoriasi ed eczema. L’insulina può anche portare alla produzione di ormoni che stimolano la crescita delle cellule del sebo, causando macchie ma anche l’acne. Uno studio condotto su 2.300 persone dai ricercatori turchi ha scoperto che le persone che consumavano frequentemente zuccheri aggiunti avevano un rischio 30 volte maggiore di sviluppare l’acne. Eliminato lo zucchero, a sentire la dott.ssa Coogan, la frutta potrebbe ricominciare a sembrare dolce, quasi come una caramella, perché i recettori del gusto si saranno rilassati e avranno smesso di cercare lo zucchero. Si potrebbe così scoprire che alcuni cibi sono quasi troppo dolci per le proprie nuove preferenze.

5. Perché lo zucchero fa male ai denti? Lo zucchero quando viene consumato favorisce la produzione di un acido che a sua volta rende la bocca un ambiente ideale per la carie. Grazie a questo ambiente acido lo zucchero si lega alla placca, indebolisce lo smalto e causa la carie. Ogni volta che si consuma uno snack dolce, per esempio, i denti sono esposti agli acidi per una ventina di minuti. Lo zucchero raffinato, che troviamo in dolci, caffè, biscotti e bevande, succhi di frutta, è un agente infiammatorio che può scatenare il mal di denti rapidamente. Gli zuccheri più dannosi sono i cosiddetti zuccheri semplici: glucosio, saccarosio e derivati industriali. I dati sulla diffusione delle carie hanno permesso di capire che la maggior parte dei bambini dei Paesi industrializzati oggi sviluppa queste patologie dentali a causa dell’eccessivo consumo di zuccheri, una cattiva abitudine che si prende da bambini e che spesso non si abbandona da adulti.

Quanto zucchero si dovrebbe consumare? 

La quantità di zucchero che una persona dovrebbe mangiare in un giorno dipende dagli anni. I bambini dai quattro ai sei anni dovrebbero non dovrebbero superare i 19 grammi al giorno. I bambini di età compresa tra 7 e 10 anni, invece, non dovrebbero assumere più di 24 grammi di zucchero al giorno. I bambini di età pari o superiore a 11 anni, infine, non dovrebbero andare oltre il 30 grammi al giorno. Gli snack popolari contengono una sorprendente quantità di zucchero e persino una singola lattina di Coca Cola contiene 35 grammi di zucchero. Una barretta di cioccolato può contenere fino a 33 grammi di zucchero che è la quantità massima che non si dovrebbe assumere nell’arco delle 24 ore. I bambini che mangiano troppo zucchero rischiano di danneggiare i denti. Non solo. Mangiando più zucchero ingrassano e si dispongono al diabete di tipo 2 che aumenta il rischio di malattie cardiache e cancro. (Fonte: NHS)

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