Troppa plastica nella frutta e nella verdura che mangiamo. I dati della ricerca

Troppa plastica nella frutta e nella verdura che mangiamo. La ricerca è stata condotta dal gruppo del Laboratorio di Igiene ambientale e degli alimenti dell’Università di Catania. Porta la firma dei ricercatori Gea Oliveri Conti, Margherita Ferrante, Claudia Favara, Ilenia Nicolosi, Antonio Cristaldi, Maria Fiore e Pietro Zuccarello dell’ateneo catanese insieme con Mohamed Banni del Laboratoire de Biochimie et Toxicologie Environnementale di Sousse in Tunisia ed è stata pubblicata nei giorni scorsi sulla scientifica Environmental Research. I dati mostrano una contaminazione variabile con dimensioni medie delle microplastiche da 1,51 a 2,52 microns e un range quantitativo medio da 223mila (52.600-307.750) a 97.800 (72.175-130.500) particelle per grammo di vegetale rispettivamente in frutta e verdura. «Il gruppo di lavoro – spiegano la prof.ssa Margherita Ferrante e la ricercatrice Gea Oliveri Conti – sta, inoltre, ampliando gli alimenti investigati. Attualmente è in fase di elaborazione un ulteriore articolo sui dati derivanti dai filetti eduli di pesce. L’articolo riporta, inoltre, le Estimated Daily Intakes (Assunzioni giornaliere stimate) per adulti e bambini, divenendo di fatto il primo studio che quantifica l’esposizione a microplastiche inferiori ai 10 microns della popolazione generale mediante l’ingestione di tali alimenti». Nell’aprile dello scorso anno l’allora vicepresidente Jyrki Katainen a nome della Commissione europea aveva risposto all’interrogazione che la presenza di microplastiche negli ortaggi, dimostrata dallo studio etneo, costituisce un elemento di assoluta novità. «In presenza di nuovi dati scientifici riguardanti i possibili effetti delle micro e nanoplastiche sulla salute, il loro ingresso nella catena alimentare e la conseguente esposizione umana e animale attraverso un normale regime alimentare, potrebbero essere prese in considerazione misure appropriate qualora vi fossero prove di un rischio per la salute umana e animale – si legge nella risposta di Jyrki Katainen -. La Commissione sta valutando ulteriori azioni per finanziare la ricerca sull’esposizione alle micro e nanoplastiche e sui loro effetti sulla salute nell’ambito del programma quadro di ricerca e innovazione “Horizon 2020”».

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