Bagni pubblici a Piano Battaglia: operatori turistici abbandonati

“File chilometriche e ore di attesa per usare i bagni. Quei pochi bagni presenti in una località che da sola potrebbe essere una miniera a cielo aperto. Ogni weekend, infatti, è sempre lo stesso valzer a causa della chiusura degli impianti e della maggior parte delle strutture ricettive nella vallata. Così, per chi si reca a Piano Battaglia nei fine settimana, soddisfare i propri bisogni fisiologici diventa a volte impossibile”. Lo dichiara il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori della provincia di Palermo, Giuseppe Gennuso.
“Problema che facilmente sarebbe risolvibile se i bagni gestiti dalla città Metropolitana di Palermo, ultimati il 16 settembre scorso e rimasti chiusi in attesa dell’allacciamento alla rete elettrica, venissero resi fruibili. Se è un problema andare alla toilette – continua -, stendiamo un velo pietoso su quella che è stata la desertificazione della quasi totalità delle strutture ricettive della zona, tutte chiuse: dal rifugio Orestano all’Ostello della Gioventù, fino all’Hotel Piano Torre (dove negli anni d’oro il Palermo di Zamparini andava a fare ritiro) solo per menzionarne qualcuna”.
“E a cosa sono valsi i 4,6 milioni di euro, tra fondi europei e privati, per modernizzare skilift, seggiovie e piste se gli impianti restano chiusi e se non si fa nulla per risolvere questa stasi burocratica in atto tra Città Metropolitana e Piano Battaglia SRL? Piano Battaglia – prosegue Gennuso – ha tutte le carte in regole per essere la capitale del turismo montano e degli sport invernali in Sicilia Occidentale, ma ancora una volta i nostri amministratori regionali e provinciali sono intenti a tergiversare e a puntarsi il dito gli uni contro gli altri, praticando l’antica arte dello scarica barile”.
“Tra autorizzazioni e nulla osta, la burocrazia blocca di fatto il rilancio di Piano Battaglia che potrebbe benissimo essere meta non solo di sport invernali ed escursioni sulla neve, ma una vera “miniera a cielo aperto”, turisticamente parlando, se vi fosse un piano di sviluppo che guardasse anche alle stagioni primaverili ed estive, attraendo appassionati di trekking, mountain biking, yoga e fotografia. Rilanciare il settore alberghiero del pianoro creando misure fiscali ad hoc e campagne promozionali turistiche, migliorare la segnaletica a valle valorizzando anche il lago di Mandria del Conte in località Piano Zucchi, creare partnership pubblico private coinvolgendo CONI, CAI, LEGAMBIENTE e scuole per educare i giovanissimi e i bambini sia agli sport invernali che all’ambiente della montagna sarebbe già un primo passo, al quale – conclude -, come condicio sine qua non, va accostato quello dell’affidamento e della riapertura degli impianti”.
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