Se vuoi vedere il comune più alto della Sicilia ecco la località sconosciuta dei parrini

I suoi abitanti sono 6.736 ed è situato a 1.011 metri dal livello del mare. Si trova in provincia di Palermo e la sua festa patronale si tiene il 10 maggio. All’interno di questo comune abitano 2.824 famiglie. Il reddito medio si aggira intorno ai novemila euro e l’età media degli abitanti è di circa 48 anni.  Stiamo parlando di Gangi che fra i suoi luoghi di interesse ha la fossa dei Parrini. Tra i suoi piatti caratteristici invece, sono da gustare “i tagliarini” che sono un tipo di pasta fatta sfilata e fatta a mano.

Un po’ di storia

Il comune di Gangi è molto visitato dai turisti ma è anche quello con un tasso di natalità molto basso. Si trova al primo posto in Sicilia nella classifica dei comuni con l’età media più alta. Dalla fine del XV secolo che a Gangi si ha l’Inquisizione. Viene torturato e giustiziato il priore dei benedettini di Gangivecchio. Il 1º gennaio del 1926, invece, grazie al prefetto Cesare Mori si ha quello che la storia ricorda come l’assedio di Gangi. Ha fatto rastrellare il paese casa per casa finendo per arrestare mafiosi e latitanti vari. I metodi del profetto Mori sono stati molto duri. Non ha esitato a usare donne e bambini come ostaggi pur di costringere i malavitosi ad arrendersi.

La fossa dei Parrini

La Fossa dei Parrini è una cripta che si trova nella Chiesa Madre. E’ un luogo misterioso dove si possono ammirare un centinaio di corpi mummificati di preti. E’ una vera e propria sepoltura riservata agli ecclesiastici gangitani che sono morti tra il 1728 e il 1872. Il visitatore è accolto da un cartello: «Venite e o vivi a visitar la morte, pria che la morte a visitar voi, scenda fui sempre bene prevenir la sorte». La cripta è formata da un ingresso e tre ambienti. In una stanza molto ampia si trova la cappella con le nicchie che ospitano le mummie dei sacerdoti. In un’altra stanza si trova l’ossario. C’è ancora  un luogo semi nascosto che veniva usato per imbalsamare il prete. Ancora oggi vi è il tavolo dove ponevano i cadaveri per farli essiccare ed asciugare al naturale. La pratica dell’imbalsamare era molto simile a quella che praticavano gli egizi. Il defunto veniva trattato con alcuni unguenti. Veniva bendato e rivestito con gli abiti talari. La testa veniva cerata per meglio conservarsi. Era staccata dal corpo e veniva fissata con un bastone che partiva dal basso. Sopra ogni nicchia per si trova una targhetta. Porta il nome del Parrino con la data di morte. Vi è scritto anche un sonetto a sintesi di quanto ha fatto il prete durante la vita terrena.

Da non perdervi “i tagliarini”

A Gangi si conserva ancora la tradizione di fare pane e pasta in casa. Sono da mangiare soprattutto i “tagliarini”. Sono delle tagliatelle sfilate e fatte a mano. Fra i dolci sono buone le “sfinci cca crema”. Deliziosi sono i “turrunetta” ovvero dei dolci di mandorle confezionati con farina e zucchero.

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