Palermo: analisi tattica della squadra di Corini

Dopo anni bui, un fallimento e la ripartenza dagli inferi delle categorie inferiori, il Palermo sta cercando di risalire la china e tornare ai fasti di un tempo quando era lo spauracchio delle big della Serie A, con una squadra forte, competitiva e che puntava anche alle posizioni nobili della classifica per assicurarsi un posto nel calcio che conta fino alle competizioni europee.

Nell’era Zamparini, infatti, i rosanero erano tenuti in grande considerazione dai pronostici e dalle quote sulla Serie A, tanto che riuscirono a conquistare ben tre volte il quinto posto nel massimo campionato e una finale di Coppa Italia. Oggi il Palermo si trova invece a lottare in Serie B per un posto utile per entrare nei sei che affronteranno i Playoff di categoria e giocarsi le chance di risalire nella Massima Serie italiana.

A guidare la truppa rosanero c’è uno degli uomini simbolo degli anni gloriosi del Palermo che da calciatore ha fatto vedere cose straordinarie grazie ad una tecnica raffinata e una visione di gioco che in pochi hanno: si tratta di Eugenio Corini, da calciatore in maglia rosanero dal 2003 al 2007 dove ha messo insieme 129 presenze e segnato 25 gol, e invece da allenatore alla sua seconda esperienza palermitana, la prima nella stagione 2016-2017, ma la sua avventura dura praticamente solo un mese, e adesso, dal 2022 di nuovo sulla panchina del Renzo Barbera alla ricerca del risultato più grande di tutti.

E l’allenatore bresciano è riuscito a portare la squadra tra le prime posizioni in classifica divenendo una delle formazioni più temute della serie B e accreditate come possibili candidate alla promozione. Questo grazie a un gioco concreto, fisico e di qualità. Andiamo a scoprire allora quali sono le tattiche utilizzate da mister Corini e perché sta avendo tanto successo.

Le tattiche del Palermo di Eugenio Corini

Partiamo innanzitutto con un po’ di numeri, con quelli che sono gli schemi di base utilizzati da Eugenio Corini. Sono numeri, è vero, ma che danno subito l’idea, il riferimento ideale su cosa si basa il mondo tattico dell’allenatore bresciano. Alla base quindi del gioco dei rosanero c’è il 4-3-3 con una predilezione per le ripartenze dal basso, con palla a terra e le trame di gioco che passano dai piedi del portiere, passando per i difensori e attraversando così tutto il campo per utilizzare ogni uomo disponibile.

A molti fa ormai rabbrividire la scelta della “costruzione dal basso” poiché è strausata da tanti, troppi, allenatori ed è un’arma a doppio taglio perché o si hanno giocatori in grado di portare palla con diligenza, tecnica e capacità atletiche, oppure si rischiano brutte figure che talvolta portano a subire gol rocamboleschi. Ma Corini si può permettere questa impostazione innanzitutto perché in porta c’è Mirko Pigliacelli, portiere esperto e sicuro tanto tra i pali quanto con la palla tra i piedi, capace di avviare la prima impostazione di gioco con sicurezza e precisione.

In difesa i giocatori non sono attendisti ma l’allenatore ha cercato di far sviluppare le loro caratteristiche offensive, cioè proponendo, specie i laterali, un calcio subito votato all’attacco che alzasse così il baricentro della squadra fin dall’inizio, chiedendo alla maggior parte dei giocatori di partecipare alla fase offensiva.

Dai difensori si passa ai centrocampisti, con la palla che viaggia possibilmente sulle corsie laterali, accelerando l’azione grazie alle folate di Di Mariano e Insigne, insieme a Segre e Vasic, e le sovrapposizioni di gente come Ceccaroni, Diakitè e Hansen che scambiano con le mezze ali, portandosi spesso a fondo campo per cercare in area rapaci del gol come Brunori e Di Francesco, con gli inserimenti di Ranocchia, che sta avendo un impatto incredibile nella squadra. Ranocchia è stato autore del primo gol nella recente vittoria per 2-1 in trasferta contro il FeralpiSalò.

Caratteristiche principali del Palermo di Corini, è da sottolineare sono la fisicità e la velocità di esecuzione dell’azione, cose che permettono sia di recuperare palla più facilmente (con un impatto sul risparmio delle energie potenzialmente perse correndo dietro gli avversari) sia di avere una numerosa presenza di giocatori in attacco e avere più opzioni per far male agli avversari.

Naturalmente anche la fase di non possesso è altrettanto importante e si basa anch’essa sulla velocità di esecuzione, rientrando, in pratica, con grande rapidità in difesa e coprendo bene il campo così da limitare il giro palla avversario, recuperare palla e riportarsi in attacco.

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