Festino di Santa Rosalia: Lorefice chiede azioni concrete contro droga e mafia

Durante il Festino di Santa Rosalia l’arcivescovo Corrado Lorefice ha lanciato un forte appello contro la droga e la mafia. Davanti a una folla di circa 350 mila persone, Lorefice ha paragonato l’epidemia di crack a una nuova peste che sta devastando i quartieri e uccidendo i giovani.

Dal Piano della Cattedrale, il punto culminante della processione con la statua di Santa Rosalia, l’arcivescovo ha detto: «A chi vogliamo lasciare la nostra città, i nostri quartieri, le nostre case, le nostre strade?» ha chiesto Lorefice. «A questa nuova peste che sta contagiando i nostri giovani. Ci invade sotto i nostri occhi. Si diffonde come cosa ordinaria il consumo di crack e di altre droghe».

Il discorso dell’arcivescovo ha toccato anche il tema della mafia, con citazioni dei martiri di Palermo come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e Pino Puglisi. «L’organizzazione mafiosa sta tentando di ritrovare nuove risorse attraverso il rinnovato impegno nel campo del traffico di stupefacenti. Gridiamo forte stasera nel Festino di Rosalia il nostro desiderio di riscatto dalla mafia. A viso aperto. A cielo aperto. No alla mafia. Sì ai nostri figli. Convertitevi anche voi mafiosi».

Lorefice ha concluso il suo discorso con un appello accorato ai politici e agli amministratori locali e regionali. Ha sollecitato l’approvazione di un disegno di legge, nato dalla strada e da incontri a Ballarò, per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche. «Abbiamo presentato un disegno di legge nato dalla strada, da incontri fecondi di amore alla città, a Ballarò, per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche. È passato un anno e ancora nulla», ha detto l’arcivescovo, sottolineando l’urgenza di un’azione concreta per affrontare questa emergenza.

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