La Sicilia celebra con fervore la Festa di Santa Maria Odigitria, una ricorrenza, il primo martedì dopo la Pentecoste, che riaccende la profonda devozione mariana nell’isola. Particolarmente sentita è la partecipazione a Cefalù, dove una Chiesa Parrocchiale è dedicata a Santa Maria d’Itria. Il culmine delle celebrazioni si terrà domani sera, 11 giugno, alle ore 18:00, con la Solenne Celebrazione presso la Chiesa dell’Itria (al Bastione) di Cefalù.
L’Iconografia dell’Odigitria: “Colei che Indica la Via”
La figura della Beata Vergine Maria, pilastro della pietà cristiana, trova nell’iconografia dell’Odigitria (dal greco “Colei che indica la Via”) una delle sue espressioni più ricche e complesse. Questo archetipo mariano, diffuso in particolare nell’Oriente cristiano, incarna una sintesi mirabile di verità evangeliche, riflessioni patristiche e uno sviluppo artistico straordinario.
Sebbene non descritta letteralmente nei Vangeli, l’essenza teologica dell’Odigitria affonda le sue radici nella narrazione neotestamentaria. Maria è raffigurata con il Bambino Gesù sul braccio sinistro e la mano destra protesa verso di Lui in un gesto indicativo, incarnando il suo ruolo di “Madre di Dio” (Θεοτόκος), dogma sancito dal Concilio di Efeso (431 d.C.).
Il riferimento evangelico primario è l’Incarnazione, dove Maria accoglie l’annuncio dell’angelo Gabriele (“Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola” – Luca 1,38), ponendosi al centro del disegno salvifico. Il gesto di Maria che indica il Bambino non è puramente descrittivo, ma profondamente cristologico: Gesù Cristo è la “Via, la Verità e la Vita” (Giovanni 14,6). L’Odigitria, quindi, diviene colei che guida l’osservatore al Salvatore, non distogliendo l’attenzione da sé, ma direzionandola inequivocabilmente verso Colui che è la pienezza della rivelazione divina. Si può inoltre intravedere un’eco del matrimonio di Cana (Giovanni 2,1-12), dove Maria esorta: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Giovanni 2,5), un monito perenne a seguire la volontà di Cristo.
I Padri della Chiesa e il fondamento teologico dell’Odigitria
I Padri della Chiesa hanno contribuito in modo significativo a delineare la figura di Maria, ponendo le basi teologiche per la successiva fioritura iconografica dell’Odigitria. La loro riflessione si è incentrata sulla maternità divina di Maria, sulla sua verginità perpetua e sul suo ruolo nella storia della salvezza.
- Sant’Ireneo di Lione (II secolo), con il concetto di “nuova Eva”, ha posto Maria come colei che, attraverso il suo “sì”, diviene strumento della redenzione, anticipando il suo ruolo di guida spirituale.
- Sant’Atanasio di Alessandria (IV secolo), strenuo difensore della divinità di Cristo, ha sottolineato l’inscindibile legame tra la maternità di Maria e la divinità del Figlio, riconoscendo il suo ruolo unico nel presentare al mondo il Verbo Incarnato.
- San Cirillo di Alessandria (V secolo), figura chiave nel Concilio di Efeso e principale propugnatore del titolo di Θεοτόκος, ha argomentato che Maria ha generato Dio stesso fatto uomo. Il gesto dell’Odigitria, che indica il Cristo, è una visualizzazione potente della dottrina cirilliana.
- San Giovanni Damasceno (VIII secolo), nell’ambito della difesa delle icone, ha elaborato una teologia che legittima la loro venerazione. Per il Damasceno, l’Odigitria funge da didascalia visiva, un catechismo per immagini che insegna la verità cristologica.
Questi Padri, pur non utilizzando il termine “Odigitria”, hanno creato il contesto teologico e spirituale che ha permesso a tale iconografia di emergere e consolidarsi come espressione visiva della verità della maternità divina e del ruolo mediatore di Maria nel condurre i fedeli a Cristo.
Caratteristiche stilistiche dell’Iconografia Bizantina
L’iconografia dell’Odigitria si è sviluppata principalmente nell’arte bizantina, diventando una delle tipologie mariane più diffuse e venerate, in particolare nella tradizione ortodossa. Le sue caratteristiche stilistiche e la sua profondità simbolica la rendono un paradigma della pittura sacra orientale.
Le icone dell’Odigitria sono caratterizzate da una composizione ieratica e frontale. Maria è spesso rappresentata in trono, simbolo della sua regalità e della sua posizione come “Madre del Re dei re”. Il Bambino Gesù, generalmente raffigurato con un rotolo (simbolo della Legge o dei Vangeli) o con la mano destra alzata in segno di benedizione, appare come un adulto in miniatura, accentuando la sua natura divina e la sua sapienza eterna. La mano di Maria, che indica il Figlio, è il fulcro del significato dell’icona, non un semplice gesto, ma una profonda esortazione teologica.
La celebrazione di Santa Maria Odigitria in Sicilia, e in particolare a Cefalù, rappresenta quindi non solo un momento di profonda devozione popolare, ma anche un’occasione per riflettere sulla ricchezza teologica e artistica di un’iconografia che da secoli guida i fedeli verso il Cristo.