Palermo, 15 luglio 2025 – Palermo si stringe ancora una volta attorno a Santa Rosalia. Un Cassaro gremito di persone, 350 mila secondo le stime del Comune, ha accompagnato con devozione e partecipazione l’edizione 400+1 del Festino. Una festa carica di simboli, emozioni e – come da tradizione – anche di tensioni civiche.
Questa edizione ha scelto di andare oltre la celebrazione religiosa, facendosi anche voce di memoria e denuncia: la serata è stata dedicata a Sara Campanella, la giovane studentessa di Misilmeri uccisa a Messina lo scorso marzo. Un femminicidio che ha lasciato il segno. L’arcivescovo Corrado Lorefice ha scelto di far parlare proprio i genitori di Sara, leggendo in piazza una loro lettera toccante. Parole semplici ma profonde, che hanno attraversato il cuore della città. «Ricordare Sara significa celebrare la bellezza della sua anima…» si legge, con l’invito a non dimenticare mai chi subisce violenza e a coltivare amore e rispetto, ogni giorno.
Tra la folla, silenzio e commozione. E una città che, almeno per qualche minuto, sembra fermarsi.
Il corteo ha rispettato la tabella di marcia, partendo da Porta Nuova alle 21:50 e raggiungendo i Quattro Canti puntuale. Lì, come da tradizione, il sindaco Roberto Lagalla ha lanciato l’invocazione: «Viva Palermo e Santa Rosalia». Ma quest’anno la risposta non è stata solo entusiasmo. Fischi e contestazioni hanno accompagnato le parole del primo cittadino, in un chiaro segnale di disagio nei confronti della sua amministrazione. Lagalla è poi apparso visibilmente provato durante il proseguimento della serata.
La rappresentazione, come ogni anno, ha riportato in scena la peste e la salvezza. Ma quest’anno il miracolo ha preso il volto di una ragazza, simbolo di tutte le vittime di femminicidio, e di una città che prova a restare umana.
I numeri raccontano una partecipazione importante, anche se forse leggermente più contenuta rispetto all’edizione del 400° firmata da Marco Balich. Ma Palermo ha risposto presente, trasformando ancora una volta il Festino in un rito collettivo, religioso e laico al tempo stesso.
La Santuzza continua a unire. Anche quando intorno tutto sembra dividersi.