Mi sembra doveroso, ad alcuni giorni della sua scomparsa, tracciare e ricordare la figura del prof. Benito Cannistraro. Docente di laboratorio dei metalli (sbalzo e cesello in particolare) per circa quarant’anni presso l’Istituto Statale d’arte di Cefalù ha sempre trovato il tempo per dedicarsi alla passione del canto melodico e folk. Papà esemplare legatissimo alla sua famiglia ed in particolare a sua moglie Isabella scomparsa da circa un anno, ai suoi 4 figli Piero, Angelo, Alba e Silvia e ai suoi nipoti.
Io personalmente, grazie alla sua passione ed all’energia che trasmetteva, ho fatto parte insieme a tanti altri amici (Totuccio Curreri, Totò Re, Sebastiano Catania etc.) del gruppo folk “I Cifaloti” dalla fine degli anni sessanta. Questo gruppo diretto da Benito e coccolato dalla sua voce melodica ha dato in quel periodo tante soddisfazioni alla città di Cefalù.
Il suo sorriso e la sua allegria contagiava tutti e gli spettacoli assumevano sempre dettagli nuovi e imprevedibili. Ho voluto condividere queste riflessioni con alcuni amici che hanno avuto, come me, il privilegio di apprezzare il suo carisma. Sebastiano Catania è stato per 5 anni alunno del prof. Benito e per 20 anni collega . Lui Lo ricorda per la minuziosità dei dettagli nella complessa e sublime arte della lavorazione dei metalli..…”aveva enorme fiducia negli altri e faceva squadra trasmettendo entusiasmo”. E’ un personaggio che lascia un profondo segno di eccellente educatore. Amava la musica melodica napoletana e la sua voce morbida si sposava benissimo con il folk siciliano. Come mi suggerisce Totò Re era un grande animatore con la capacità di coinvolgere chi lo ascoltava. E mi ricorda con affetto il tour fatto in Svizzera e la partecipazione al Piper di Roma nella serata di gala de Club Mediterraneè (gennaio 1971).
Vorrei chiudere ricordando un piccolo aneddoto ..il panino esclusivamente con la pancetta coppata che lui consumava con i suoi studenti nella ricreazione. Caro Benito adesso lassù continuerai a cantare alla tua amatissima Isabella ….contagiandola di nuovo.
Enzo Terrasi