A padre Calcara il premio “Alata Solertia”

Importanti riconoscimenti per il padre domenicano di Caccamo, Giovanni Calcara, parroco da pochi mesi a Messina, nella parrocchia San Domenico al Dazio che, i suoi 22.000 abitanti, è la più grande dell’Arcidiocesi. Per le sue iniziative, volte a far superare la visione di una parrocchia “come distributore di sacramenti”, ma aperta all’evangelizzazione e alla piena promozione umana ha aperto le porte del convento, ospitando 10 sfrattati è stato indicato dalla stampa locale come “… quei parroci di frontiera come vuole papa Bergoglio”, o come aver collocato sopra l’altare della Reposizione il Giovedì santo, un cumulo di rifiuti “immagine dell’uomo considerato come scarto…” e che invece va rispettato come l’Eucaristia, essendo presenti in entrambi Cristo stesso. Il riconoscimento è del Movimento Nuova Presenza “Giorgio La Pira” di Messina, presieduta dal prof. Calogero Centofanti,  che gli ha conferito il Premio “Alata Solertia”, giunto alla sua XXXIII edizione e che gli sarà consegnato il prossimo 16 dicembre alle ore 16.30 presso l’Aula Magna della Facoltà di Economia dell’Università di Messina, anche per “l’esemplare zelo pastorale nel promuovere il Giubileo Domenicano nel quale si è seraficamente rispecchiato lo spirito del servo di Dio Giorgio La Pira”. Inoltre, è stato invitato a partecipare il prossimo 26 novembre, alla VI edizione del Festival della Dottrina Sociale a Verona, per tenere un incontro su “La città prestata. Gli insegnamenti di Caterina da Siena ai politici e ai cristiani impegnati nel sociale”.  L’iniziativa promossa dalla Fondazione Toniolo, diretta da don Adriano Vincenzi, ha raggiunto livelli di prima importanza nel panorama ecclesiale, non solo italiano, per cui aver voluto una “voce della periferia”, volge l’attenzione verso quella direzione “giusta” a cui bisogna guardare se vogliamo comprendere, come ci insegna papa Francesco che, nel nome di Cristo, profeticamente, “bisogna fare casino…”, per svegliare le coscienze degli uomini “ormai narcotizzate…”.

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